Andrea Ciofi è entrato nel ’club dei duecento’: il difensore romano con 202 presenze in bianconero, ora tallona infatti molto da vicino Agatino Cuttone e Roberto Biserni. Ciofi ha solo venticinque anni e quindi la possibilità di accumulare ancora parecchie gare in bianconero, aspetto al quale non nasconde di aver già ’buttato l’occhio’.
" Ho visto anche io questa classifica - sorride - e prendere atto dei numeri è stata una grande emozione. Al Cesena devo tanto: sono partito dalla serie D, divnetnaod poi un professionsita grazie alla promozione conquistata già al primo anno. Spero di poter restare ancora a lungo".
Quella appena iniziata, è la sua settima stagione in bianconero, sei di prima squadra e una con la Primavera.
"Tra un un mare di ricordi, sicuramente il momento più importante è stata la vittoria col Pescara che è valsa la conquista della serie B: ha rappresentato la chiusura di un cerchio e di un percorso iniziato sei anni fa".
Intanto l’attualità incombe, visto che oggi pomeriggio partirete alla volta di Palermo.
"Incontreremo una squadra con calciatori importanti. Non sono partiti benissimo, ma sono una delle miglio pretendenti per la promozione".
Il Cesena ha già incassato sette reti, alcune su calcio piazzato, Cosa serve correggere?
"Lavoriamo tanto durante la settimana: dobbiamo essere più concentrati, perché da questi episodi spoesso si sbloccano le partite".
Avete conquistato 7 punti in casa e zero in trasferta.
"In trasferta abbiamo disputato secondo me le nostre due partite migliori, ma il campionato è talmente equilibrato che la differenza la fanno gli episodi. Se penso alla gara col Sassuolo, dico che abbiamo fatto meglio lì che non col Modena. Certo, dobbiamo iniziare a racimolare punti anche in trasferta, ma guardando le nostre prestazioni in campo, mi sento tranquillo".
Cos’è cambiato col passaggio tra Toscano e Mignani?
"Il modulo è rimasto quello e qualche concetto è simile, io finora ho giocato da centrale e non da ’braccetto’. Per me è la prima esperienza in quella posizione. C’è meno aggressività costante e servono più coperture, poi se mettere subito pressione al portatore di palla o aspettarlo più basso è una scelta nostra".
Primo giudizio parziale?
"Ho sempre detto che il mio ruolo preferito è quello di braccetto di destra, però anche da centrale mi trovo bene. Detto questo, per la squadra si fa tutto quello che serve".