
La bandiera nazionale svizzera
Non siamo per nulla vicini alla curiosa situazione di Val di Zoldo (Belluno) dove su 3.500 abitanti ce ne sono 1.750 iscritti all’Aire, ossia all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero tenuta da ogni comune. Quell’ente che elenca, per spiegarci meglio, i cittadini che hanno trasferito la propria residenza in un altro Paese e che in virtù di tale appartenenza (obbligatoria) possono votare dall’estero per corrispondenza per il parlamento italiano e per i referendum nazionali. Ovviamente, se lo preferiscono, previa opzione, possono venire ad esprimere il proprio voto in Italia. Operazione obbligatoria, invece, in caso di elezioni amministrative, che richiedono la presenza in loco. Salta all’occhio la contraddizione di Val di Zoldo dove chi risiede all’estero, benché non partecipi quotidianamente alla vita del paese, sarebbe in grado di formare un proprio partito e condizionare la politica locale. Nulla a che fare, dunque, con Cesena e Valle Savio dove gli iscritti all’Aire sono 7.491, su circa 110.000 residenti. Non una fotografia dell’intero comprensorio (mancano Cesenatico e il Rubicone) ma uno specchio della percentuale dei cesenati che risiedono in un Paese straniero - dei quali tiene le fila, con efficace organizzazione, l’Ufficio Statistica della relativa Unione dei Comuni di Cesena e Valle Savio - e possono votare a distanza. E spulciando il lungo elenco dei Paesi ospiti si evidenzia qualche curiosità.
Qual è, ad esempio, quello dove emerge la maggioranza dei cesenati che risiedono fuori dall’Italia? La Svizzera, con 1.434 residenti in totale in cui spicca il dato di Bagno di Romagna che ha ben 228 bagnesi (su circa 5.600 abitanti), residenti nella Confederazione Elvetica. Centotrentanove sono invece i mercatesi (su 6.800 abitanti). Effetto, presumibilmente, delle migrazioni degli anni in cui sono venuti meno i redditi delle miniere che, invece, in Svizzera hanno continuato ad essere numerose e produttive. Il secondo Paese che rappresenta l’attrazione maggiore è il Brasile con 927 cesenati (di cui 101 mercatesi). E anche questo dato non sorprende. Tanti sono stati, infatti, in anni passati i fili riannodati con i migranti e i loro eredi (molti dei quali hanno chiesto la cittadinanza italiana), partiti alla volta del Brasile alla ricerca di un lavoro e migliori condizioni di vita. Oggi è un Paese con una economia attrattiva. Sono 734, terza posizione, i cesenati che vivono sotto la Union Jack, la bandiera del Regno Unito, ancora meta di residenza nonostante le restrizioni succedute alla Brexit.
E, in successione, ecco gli altri Paesi dove risiedono in numero cospicuo i cesenati: 612 in Francia, 460 in Belgio, 427 in Germania, 304 in Spagna, 299 negli Stati Uniti, 146 in Australia, 134 in Uruguay, 102 nei Paesi Bassi, 113 in Lussemburgo, 59 in Canada, 24 in Azerbaijan, 23 nella Federazione Russa. E fra quelli più lontani: 5 in Vietnam, 11 in Thailandia, 2 in Togo, 17 in Senegal, 1 in Corea, 2 in Nicaragua, 22 in Nuova Zelanda, 7 in Gabon, 1 in Burkina Faso, 3 in Malaysia, 3 a Singapore, 2 in Israele, 8 nei territorio dell’Autonomia Palestinese.