ELIDE GIORDANI
Cronaca

Cittadinanza Il nodo dell’integrazione

Il quesito referendario chiede di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di soggiorno degli stranieri per diventare cittadini italiani

Sono quasi 22 mila gli stranieri residenti nel territorio cesenate (Cesena-Vallesavio e Rubicone) su circa 210 mila abitanti in totale (poco più del 10 per cento). I minorenni sfiorano la cifra dei 4.500. Del tutto sfuggente è il numero degli irregolari. In ogni caso non si tratta di numeri, sono persone. Con le loro storie spesso drammatiche, con i loro sogni e un desiderio di fondo: una vita migliore rispetto a quella che hanno lasciato.

Non è difficile immaginare che uno degli obiettivi sia quello della cittadinanza italiana che oltre all’orgoglio dell’appartenenza significa avere la possibilità di vivere e lavorare in Italia e in tutta l’Unione Europea senza dipendere dai visti e dai permessi di soggiorno, accedere al diritto di voto e alla partecipazione alla vita politica del Paese, alla facilitazione dei viaggi internazionali con il passaporto italiano (190 i Paesi con accesso libero o semplificato), alla possibilità di partecipare ai concorsi pubblici, ricoprire cariche pubbliche e alcune particolari professioni (magistratura, carriera diplomatica, carriera militare). E, infine, la più preziosa: la trasmissione della cittadinanza ai figli che, altrimenti, la maturano soltanto - su richiesta - al 18esimo anno di età se qui sono nati e vi hanno sempre risieduto.

Se siano troppi o necessari i dieci anni di attesa per essere pronti e consapevoli dei doveri oltreché dei diritti dell’essere cittadini Italiani è materia di dibattito in cui l’ideologismo ha ampio margine e le disquisizioni politiche trovano sostanza. Ma anche i cittadini potranno dire la loro attraverso il voto referendario del l’8- 9 giugno in cui uno dei quesiti proprio a questo tema si rivolge espressamente. Intanto però il quadro generale non ci dice quanti siano nella nostra realtà gli stranieri in attesa di cittadinanza. Di certo periodicamente, dopo l’approvazione del Ministero e della Prefettura, il Comune di Cesena conferisce la cittadinanza a chi ne fa richiesta ed è in regola con i requisiti previsti. Si tratta di vere e proprie cerimonie di giuramento sulla nostra Costituzione in cui, spesso, l’emozione di chi riceve ufficialmente lo status di cittadino italiano si fa palpabile. Dal 1° giugno 2024 ad oggi il Comune di Cesena ne ha conferite 542. Diverse le tipologie: 279 sono state concesse con decreto del presidente della Repubblica per motivi discrezionali e ragioni umanitarie; 33 con decreto prefettizio (si tratta di matrimoni in cui uno dei coniugi ha trasmesso la cittadinanza all’altro); in 203 casi si è trattato di figli minorenni di neocittadini italiani; in 19 casi di 18enni che ne hanno fatto richieste grazie al fatto che qui sono nati ed hanno sempre risieduto; in 7 casi si è trattato di adozioni o riconoscimenti; in un caso l’acquisto è stato motivato dall’apolidia, ossia un cittadino non appartenente ad alcun stato.

E’ di circa 60 giorni l’attesa della consegna del decreto all’ufficio di Stato Civile, salvo particolari esigenze del cittadino stesso. Uno sguardo alla provenienza degli stranieri residenti nella provincia ci trasmette un quadro ormai consolidato. In cima per numero ci sono i rumeni (8.095), seguiti dagli albanesi (6.473), dai marocchini (5.499) e dai cinesi (3.465). In fondo pachistani, kosovari, brasiliani.