
di Andrea Alessandrini
Più ancora di quello generale che scattò a inizio marzo 2020, il lockdown terribile per i circoli ricreativi è arrivato da ottobre scorso a maggio, lungo sei mesi. I circoli che effettuano somministrazione sono stati chiusi per un periodo di tempo maggiore rispetto ai pubblici esercizi. Colpo molto duro, e ristori zero. Ma qualcosina si muove: il Comune di Cesena annuncia di destinare, attraverso avviso pubblico. 80mila euro a fondo perduto a favore dei circoli cittadinic "fortemente indeboliti dalla crisi economica generata dalla pandemia e fino ad ora mai aiutati a livello nazionale".
Possono richiederli i circoli che affiliati ad un ente nazionale regolarmente iscrittoa nel Registro nazionale delle associazioni di promozione sociale; con sede sociale nel Comune di Cesena; con almeno 30 soci aderenti alla data di presentazione della domanda; costretti a sospendere la propria attività, in tutto o in parte, a seguito dell’emergenza da Covid19, nel periodo successivo al 23 ottobre scorso. Quelli costituiti dopo potranno comunque presentare domanda, purché attivi e senzaposizione debitoria nei confronti del Comune per ciò che concerneimposte, tasse e oneri al 31 dicembre 2019.
Tuttavia, è possibile accedere al contributo in caso di rateizzazione dell’eventuale posizione debitoria prima della presentazione della domanda di contributo.
Ma, in soldoni – quanto finirà nelle casse di ciascun circolo? Un contributo di 500 euro a cui se ne possono aggiungere 300 euro nel caso dei circoli con annessa attività di somministrazione alimenti e bevande ai soci, regolarmente denunciata; e di quattro euro per ogni socio aderente al circolo con riferimento alla data del 31 dicembre 2019 e applicabile solo ai circoli già attivi prima del 1° gennaio 2020.
L’amministrazione comunale afferma che intende "sostenere la partecipazione e l’attivismo civico scongiurando il rischio di un indebolimento della coesione sociale sul territorio". "Abbiamo raccolto - rimarca il sindaco Enzo Lattuca – la preoccupazione di numerose associazioni e di singoli gestori di centri ricreativi, sociali e culturali con autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, categorie che, se non sostenute, rischiano seriamente di scomparire, e non possiamo consentirlo".
"Non sono contributi rilevanti ma meglio che niente. Finora non abbiamo avuto nessun risotro dal Governo, e dopo la riapertura, vivacchiamo", afferma il gestore del circolo Endas ‘La Torre’ di Roversano. Altri circoli, come quello Endas in via Ravennate a Martorano, non hanno ancora riaperto. "Aspettiamo di vedere se ci sono le condizioni". Altri, pochi, sono divenuti pubblici esercizi. I più tirano avanti boccheggiando.