GIACOMO MASCELLANI
Cronaca

Nuova proroga delle concessioni, bagnini insoddisfatti: “Il settore resta ancora nell’incertezza”

Battistoni (Coop balneari): “In realtà i Comuni possono pubblicare i bandi in qualsiasi momento e il riconoscimento degli indennizzi per investimenti solo degli ultimi 5 anni non ha un grande valore”

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La spiaggia di Cesenatico (foto Luca Ravaglia)

Cesena, 6 settembre 2024 – La proroga delle attuali concessioni demaniali sino al 2027 è accolta positivamente dai balneari, tuttavia il Decreto legge negli indennizzi non prevede il riconoscimento dell’inizio attività e del valore aziendale, e questo fa storcere il naso ad una categoria che all’insediamento del Governo di due anni fa, si aspettava ben altre risposte.

Simone Battistoni, presidente della Cooperativa stabilimenti balneari di Cesenatico e vice presidente nazionale del sindacato Sib Confcommercio, non è soddisfatto: “Non è certo che siano tre anni di proroga, perché i Comuni in qualsiasi momento possono pubblicare i bandi. Ci propongono degli indennizzi farlocchi, perché riconoscere soltanto gli investimenti degli ultimi 5 anni, di cui la metà caratterizzati dal Covid e l’altra metà da un contesto in cui le imprese non hanno investito a causa della Bolkestein, significa di fatto non riconoscere alcun indennizzo. Inoltre c’è la garanzia di prendere soltanto il 20 per cento dell’eventuale indennizzo, perché chi subentra se non riesce a saldare il restante 80 per cento, il vecchio concessionario non rientra”. I balneari contestano anche la gestione dei canoni: “Purtroppo - conclude Battistoni -, si parla di aumenti generalizzati, mentre noi invece abbiamo sempre sostenuto la necessità di una rimodulazione, magari con aumenti maggiori nelle località di pregio e più contenuti in altre, tenendo conto delle valenze turistiche delle aree; invece con questo decreto, lo stabilimento di una piccola frazione periferica avrà lo stesso aumento di un collega di Capri e questo non è giusto”.

Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico, assicura che non farà le corse per pubblicare le evidenze pubbliche e commenta così le decisioni del Governo: “Siamo in una fase di studio, il decreto è stato appena ufficializzato e ci sono 60 giorni per la conversione in legge. Inoltre il calcolo degli indennizzi agli attuali concessionari è rinviato ad un ulteriore decreto attuativo, che deve essere approvato entro marzo 2025. Allo stato attuale stiamo cercando di capire, facendo tutti gli approfondimenti sotto il profilo tecnico e giuridico. Dal punto di vista politico, invece, per quanto riguarda gli indennizzi il Governo ha fatto un passo indietro importante e non ci sembra che ci sia una valorizzazione delle nostre piccole e medie imprese balneari, che sono una colonna importante del nostro modello turistico. Comunque ribadisco, il decreto prima di essere convertito in legge può essere anche stravolto e c’è il rischio che tutto venga scaricato sui Comuni”.

Secondo Legacoop Romagna il Governo ha fatto un passo indietro anche rispetto alla Legge di due anni fa del Governo Draghi, come dice il presidente Paolo Lucchi: “Ci sono tanti dubbi e incertezze, per questo auspichiamo che il Decreto possa essere discusso e migliorato attraverso il confronto con associazioni ed enti locali. Le linee guida proposte dalla Regione Emilia-Romagna rappresentano già il punto di riferimento per superare molti di questi limiti e sostenere le linee strategiche unitarie sulle concessioni a sostegno del nostro modello turistico, fatto di migliaia di imprese familiari, lavoro, associazioni e cooperative. Uno dei principali punti di preoccupazione riguarda la riduzione pressoché totale degli indennizzi, senza considerare il reale valore commerciale dell’impresa. Allo stesso tempo non sono considerati gli investimenti collettivi a valenza pubblica, come il servizio di salvamento e la duna invernale. L’unica notizia positiva – conclude Legacoop – è la premialità per chi ricava il proprio reddito principale dalle attività sulle concessioni”.