REDAZIONE CESENA

Cesena, degrado sotto al 'Cubo': "Il parcheggio è terra di nessuno"

La denuncia di alcuni insegnanti del principale polo scolastico cittadino: "Il sindaco promette riqualificazioni future, ma non possiamo aspettare"

Cesena, degrado sotto al 'Cubo': "Il parcheggio è terra di nessuno"

Cesena, 14 ottobre 2022 - Al telefono c’è un’insegnante, una professoressa esasperata di dover convivere ogni giorno con lo stesso problema, segnalato da anni e mai risolto. Un problema che riguarda la sicurezza di migliaia di studenti e di un plotone di docenti che ogni giorno si recano nella zona della stazione ferroviaria, per studiare o per mettersi davanti alla lavagna, ma che prima di arrivare in aula, devono affrontare un percorso che tanti preferirebbero evitare.

Degrado al parcheggio del Cubo (Ravaglia)
Degrado al parcheggio del Cubo (Ravaglia)

"In questa zona – è la recriminazione – oltre alla facoltà di Psicologia ci sono i locali che ospitano il liceo classico, il linguistico e lo scientifico. E’ il principale polo scolastico cittadino ed è abbandonato a se stesso. Benissimo le rassicurazioni del sindaco sui progetti di riqualificazione futura, ma il problema è qui, ora. E nessuno di noi è più disposto ad aspettare anni per veder cambiare le cose". Di cose ne devono cambiare davvero tante, a partire dalle basi e cioè dal parcheggio interrato che si trova sotto l’edificio del Cubo, realizzato dalla Provincia con l’idea – giusta – di dare agli automuniti della zona un valido punto d’appoggio dove lasciare la vettura raggiungendo poi le aule in pratica dopo aver percorso appena una rampa di scale. Ma un conto è la teoria, un altro sono i fatti. Lasciata l’auto, si segue l’indicazione per il piano superiore, dove si trova il cortile del ’Cubo’. Sono le 10.30, già da qui si sentono le voci dei ragazzi che si stanno godendo la ricreazione. Ma oltre la porta tagliafuoco, cambia tutto.

Il primo locale è piccolo, un’anticamera verso le scale, che si trovano sull’altro lato di una porta identica a quella appena varcata. Solo rotta. Lo stanzino ha tutto quello che serve per testimoniare la sua funzione serale: dormitorio abusivo per chi è costretto a utilizzare come giaciglio una tavola di compensato e come lenzuola dei cartoni sporchi e umidi. Il passo successivo è quello oltre il secondo sbarramento: aperta la porta, si è investiti dal pungente odore di urina. Sul pavimento ci sono grandi macchie bagnate che emanano un tanfo difficile da sopportare, nonostante il fatto che la zona sia areata 24 ore al giorno.

C’è un ascensore, rotto, e ci sono le telecamere. Se quegli occhi elettronici registrassero effettivamente quello che accade durante l’arco di tutta la giornata, vedrebbero davvero molte cose. La scuola ora è davvero vicina, le voci dei ragazzi tornano a sentirsi nitide, mentre si salgono le scale sporche di tante cose insieme, ognuna delle quali emana un odore diverso. E sgradevole. I muri sono imbrattati, anche da scritte ingiuriose. Gli insegnati gridano aiuto, chiedono almeno che venga tolto il collegamento diretto con l’area scolastica, che i dubbi frequentatori vengano allontanati una volta per tutte. Ultimo scalino e siamo in superficie, davanti ai ragazzi che fanno ricreazione. Adolescenti tra i 14 e i 19 anni che studiano e crescono. A due passi dal peggiore cono d’ombra della città.