Dei, angeli e demoni del Tempio malatestiano

L’Accademia degli Incamminati di Savignano incantata dal racconto dell’opera tracciato da Alessandro Giovanardi.

Dei, angeli e demoni del Tempio malatestiano

Dei, angeli e demoni del Tempio malatestiano

Molto interesse ha suscitato a Savignano sul Rubicone domenica scorsa nell’Aula Magna della Rubiconia Accademia dei Filopatridi, la conferenza tenuta dall’accademico professore Alessandro Giovanardi, storico e critico d’arte (ISSR "Alberto Marvelli"), su "Un cielo scolpito, astri, dei, angeli e demoni nel Tempio Malatestiano" di Rimini, in memoria di Antonio Paolucci riminese d’origine uno dei più importanti storici dell’arte italiana, grande narratore e ministro della cultura nel governo Dini nel 1995.

Alessandro Giovanardi è presidente del museo Renzi di San Giovanni in Galilea, in comune di Borghi, il cui sindaco Silverio Zabberoni era presente alla conferenza nella Filopatridi ed è socio onorario del Rotary Club Valle del Rubicone. C’erano anche Nicola Dellapasqua vicesindaco di Savignano sul Rubicone e Francesco Marzolla comandante della Capitaneria di Porto di Cesenatico. All’inizio Roberto Garattoni, pittore, scrittore e storico di Savignano, ha donato un suo quadro alla Accademia dei Filopatridi. Ha detto Alessandro Giovanardi: "Il Tempio Malatestiano, grande edificio sacro e ‘alba incompiuta del Rinascimento’, è il rinnovamento, in senso cortese e umanistico, della chiesa di San Francesco. Tale rinnovamento fu voluto dal Signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta, e fu ispirato da dotti poeti, trattatisti, filosofi e teologi della sua corte e delle sue ampie relazioni culturali. Il grande mecenate, che fu, a detta persino dei suoi peggiori nemici, buon oratore, conoscitore della storia ed esperto di filosofia, volle realizzare un libro scritto nella pietra, dove l’omaggio dinastico alla sua stirpe e la celebrazione di sé come condottiero e signore, coltissimo e generoso, s’intesse ai temi universali della cultura filosofica e religiosa del XV secolo. Il percorso interno del Tempio, fitto di riferimenti letterari e iconografici ai testi biblici ai testi classici, alla filosofia platonica e alla teologia patristica e francescana, trasformano il luogo ‘illustre e sacro’ in un vero e proprio poema di immagini e simboli e la visita ad esso in una via di intuizione verso la luce e la bellezza. A tale contemplazione ci conducono i Demoni benigni degli Antichi e gli Angeli biblici (anche in forma di Virtù), così come le Muse e le Arti ci innalzano alla contemplazione del cielo dove i Pianeti e i Segni dello Zodiaco distribuiscono verso di noi ispirazioni e vocazioni alla sapientia e alla pulchritudo".