ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Giangrandi cala gli assi: "Ippodromo internazionale e distretto della felicità"

Il candidato di Cesena Siamo Noi, Cambiamo e Italia Viva anticipa il programma "Intitolato a Pantani con eventi di livello. Concilieremo lavoro e tempi di vita" .

Giangrandi cala gli assi: "Ippodromo internazionale e distretto della felicità"

Manca ancora il nome dell’alleanza tra Cesena Siamo Noi, Cambiamo e Italia Viva (potrebbe essere ’Cittadini al centro’, sarà ufficializzato a breve), ma intanto avanza la stesura del programma col candidato sindaco Marco Giangrandi (nella foto) a coordinare il gioco in una squadra a più voci e sensibilità, che converge su un progetto alternativo di città da presentare agli elettori.

Giangrandi ha 49 anni, è imprenditore, sposato e con una figlia di dieci anni, ha l’hobby dei viaggi che ama condividere con le fotografie sui social. Salì alla ribalta, che non disdegna, nel 2017 quando diventò presidente del comitato di Cesena ’Centro anch’io’ che si costituì inizialmente per opporsi alla chiusura del parcheggio di piazza della Libertà ed è stato anche di recente presidente del Comitato alluvionati, confermando attitudine all’assunzione della leadership.

Giangrandi, come procede l’allestimento dei progetti per la Cesena che proporrete alla città?

"Fu più veloce cinque anni fa quando Cesena Siamo Noi, già formazione eterogenea, si presentò da sola alle elezioni. Oggi al nostro fianco ci sono Cambiamo e Italia Viva e, anche se sui macro-temi convergiamo, il percorso di sintesi sarà più laborioso. Dialogo e confronto avanzano serrati e stimolanti".

Come coniugherete le due anime delle istanze ecologiste e dell’attenzione allo sviluppo?

"Ambiente e sviluppo non sono in contrasto tra loro. Lo sviluppo sostenibile è parte integrante del nostro programma. Senza sicurezza ambientale non esiste sviluppo".

Città 30: sì o no?

"Cesena non é Bologna e i problemi a partire dall’incidentalità non sono simili. Il progetto di Città 30 va condiviso in modo intelligente. La necessità vera è connettere la mobilità sostenibile con spostamenti sempre più rapidi e la sinergia tra trasporti pubblici e privati".

I punti qualificanti del programma quali saranno?

"Il sostegno allo sviluppo delle imprese è la prima condizione per garantire la ricchezza di un territorio e quindi promuoveremo politiche friendly per chiunque voglia investire a Cesena. Lo faremo mettendo al centro le persone, le donne e i bambini prima di tutto e, sul modello del ‘Distretto della Felicità’ di San Mauro Pascoli, in sinergia con le principali aziende del territorio, creeremo un nuovo progetto per la conciliazione dei tempi di lavoro con la vita familiare. Un altro punto al quale lavoriamo da anni è la riqualificazione dell’area Ippodromo che, secondo noi, deve diventare un polo attrattivo polivalente per eventi sportivi e di intrattenimento anche di portata internazionale. Una struttura che ridisegnerà la vita sociale di Cesena e che ci piacerebbe intitolare a Marco Pantani".

Come organizzate la campagna elettorale?

"Gruppi di lavoro per ogni macro-tematica con le migliori competenze di ciascuna componente della coalizione".

Siete davvero equidistanti da centrosinistra e centrodestra?

"C’é chi ci dipinge come una coalizione con un’anima di destra e chi, invece, sbilanciata verso sinistra. Un semplificazione che ci infastidisce, come se fosse indispensabile apparentarsi con uno dei due poli per avere una patente di credibilità politica. Il nostro non é un progetto basato sull’ideologia, ma su temi e i contenuti".

Può esemplificare che cosa intende dire su aspetti concreti?

"La nostra alleanza è critica nei confronti dell’amministrazione ad esempio sul modo di amministrare la mobilità pubblica e la cultura dove sono molteplici le criticità, ma non possiamo condividere le posizioni oltranziste della destra che, sul versante della sicurezza, dipinge Cesena come il nuovo Bronx. Chi ci darà il voto ha la garanzia che noi lavoreremo, sempre e comunque, in maniera trasversale e nell’esclusivo interesse della città".

Lei, oltreché genericamente civico, come si definirebbe politicamente?

"Mi sono sempre definito un repubblicano orfano di un partito che non esiste e un liberale progressista che crede profondamente nelle istituzioni e nell’Europa".