
Lo storico Mengozzi: "Decisiva l’opera di Giovanni Bono nel XIII secolo". Non esiste più alcuna presenza
La memoria degli agostiniani a Cesena, ordine a cui appartiene papa Leone XIV come ha tenuto a rimarcare nel suo primo saluto dalla loggia delle benedizioni, rimane ancorata alla chiesa di Sant’Agostino dedicata al padre della chiesa vissuto nel quarto secolo, tra i più begli edifici religiosi cittadini per storia e arte, non più chiesa parrocchiale da lustri, adibita a culto saltuario, eventi diocesani, mostre e convegni. Gli agostiniani non sono più presenti in città da secoli.
Marino Mengozzi, direttore dei beni culturali della diocesi, a quando data la presenza degli agostiniani in città?
"Cesena ha un particolare e importante rapporto con l’ordine degli agostiniani, al quale appartiene il nuovo papa Leone XIV. Dobbiamo risalire al 1169, quando nacque a Mantova, da Giovanni e da Bona, Giovanni Bono, dunque il nome in antico Zannebono, da cui Zambonini saranno chiamati in futuro i suoi seguaci, deriva dai genitori. Dopo anni di vita dissoluta e girovaga come giullare o saltimbanco, si ammalò quarantenne. Mantenendo fede al voto fatto, una volta guarito mutò la sua esistenza, si confessò dal vescovo della città natìa e la vita eremitica recandosi dapprima nei pressi di Bertinoro e poi a Butriolo di Cesena, odierno Rio Eremo".
Dove è stata costruita la moderna chiesa a lui intitolata.
"Esatto, la parrocchia di San Giovanni Bono a Ponte Abbadesse. Qualche anno dopo il suo insediamento nella nostra città venne attorniato da una comunità, siamo nel 1217, con il consenso del vescovo Oddone, celere presupposto della nascita di un ordine specifico, quello degli eremiti, detti anche Giamboniti, poggiato sulla scelta della regola di Sant’Agostino".
Come si diffuse la congregazione?
"In modo immediato in tante località italiane del centro-nord e persino in ambito europeo. L’attrazione di questo uomo di Dio investì non soltanto coloro che compivano la professione religiosa ma pure tanti laici: al punto che il Butriolo diviene un frequentato centro propulsivo di fede e vocazioni".
Fino a quando Giovanni Bono guidò l’ordine?
"Verso il 1237 Giovanni Bono, che per l’età non aveva più l’energia necessaria per condurre una comunità tanto vasta, lasciò la guida dell’ordine e si ritirò a penitenza. Nel 1249, all’età di circa ottant’anni, ritornò a Mantova dove morì".
Quando venne avviato il processo di canonizzazione?
"Il 27 luglio 1251 la città d’origine avviò il processo di canonizzazione, proseguito anche a Cesena e concluso nel periodo ottobre 1253-gennaio 1254. Gli atti di tale processo, notevoli sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, documentano un’abbondante serie di testimonianze di frati e fedeli laici, compresa quella del vescovo di Cesena Manzino tutte protese a marcare la santità della vita di Giovanni Bono e il gran numero di miracoli, ben novanta. Papa Sisto IV (1471-1484) ne autorizzò il culto e lo proclamò beato; nel 1585 Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova, ne chiese invano la canonizzazione a Sisto V".