
di Lucia Caselli
Hanno fatto parte del corredo delle nostre nonne e bisnonne, alcune giungendo fino a noi completamente intonse. Sono le pezze mestruali, teli rettangolari intrecciati di cotone e lino che venivano usati fino a sessant’anni fa per affrontare i giorni di ciclo prima della diffusione degli assorbenti usa e getta. È su questi panni che si è imbattuta Elena Raimondi e su cui ha pensato di disegnare i ritratti di 10 donne che hanno lasciato il segno nella storia.
"L’ho fatto come sana provocazione", racconta l’artista di San Mauro Pascoli. "Un giorno sono andata a casa dei miei genitori e ho chiesto a mia madre se avesse dei teli su cui disegnare. Mi ha mostrato queste pezze ripiegate mai utilizzate appartenute alla mia prozia. All’inizio non capivo cosa fossero, poi mi ha spiegato. Ho scoperto che venivano lavate di nascosto, perché il ciclo era qualcosa da celare". Qualcosa si è acceso dentro la ritrattista, e nel giro di tre mesi hanno preso forma i volti di Rita Levi Montalcini, Rosa Parks, Madre Teresa di Calcutta, Margherita Hack, Maria Montessori, Anne Frank, Frida Kahlo, Gabrielle Chanel, Lady Diana e Chiara Ferragni riprodotti con sguardo fiero con pennarello, china e acrilici, dove non avrebbero mai pensato di ritrovarsi.
"Ho deciso di ritrarre i volti femminili su questo oggetto utilizzato solo dalle donne perché da sempre la donna è stata costretta a rimanere un passo indietro nella società maschilista. Qualche cambiamento c’è stato, ma per troppo tempo è stata vista come una parte debole, soprattutto dal punto di vista fisico. Così come le mestruazioni che, pur essendo naturali e necessarie per donare la vita, per tanto tempo sono state sottaciute, nascoste, come se ci si dovesse vergognare ad averle".
Un parallelismo interessante che ha suscitato l’interesse della mini-galleria d’arte E50035 di Palazzuolo sul Senio, provincia di Firenze, che ha confermato la mostra per l’estate, e a cui potrebbe aggiungersi anche un’esposizione a Bellaria.
"Il progetto è iniziato durante il lockdown – aggiunge Raimondi. Avevo finito di lavorare su ritratti maschili, così ho deciso di puntare sulle donne. Le ho scelte in base alla loro storia. Dovevano suscitarmi emozioni positive, spingendomi alla riflessione. La mia prefetita? Levi Montalcini". Elena Raimondi ha partecipato al primo concorso d’arte a soli nove anni per poi diplomarsi in un istituto d’arte. Per disegnare usa pennarelli, pastelli, acquerelli, acrilici e in passato salsa di pomodoro e caffè.