GABRIELE PAPI
Cronaca

Il 29 settembre, data di svolta nella nostra storia

Nel 1944 Cesena si trova sul fronte dello scontro tra tedeschi e Alleati. Con l’esondazione dei fiumi.

Autunno 1944, San Mauro in Valle. Truppe alleate tra acqua e fango (foto Imperial War Museum)

Autunno 1944, San Mauro in Valle. Truppe alleate tra acqua e fango (foto Imperial War Museum)

Accadde il 29 settembre: ‘seduto in quel caffè io non pensavo a te…’. E’ l’attacco musicalmente coinvolgente di una canzone ‘storica’, quasi una colonna sonora d’una generazione. ’29 settembre’, di Mogol- Battisti, la cantava l’equipe 84. Canzone del 1967 -ma che si fa ascoltare ancora oggi- testimone d’una epoca densa di aspettative per i giovani d’allora. E tuttavia, per non cadere nella trappola della nostalgia abbiamo ripescato, in questi nostri tempi smemorati, altri 29 settembre della storia recente della nostra città. 29 settembre 1944: anche Cesena è nel ciclone della guerra. E’ una città stremata e affamata, che attende l’arrivo degli Alleati e intanto vive soprattutto nelle cantine e nei rifugi: senza neanche più energia elettrica perché i tedeschi hanno fatto saltare la centrale della Brenzaglia.

"Tutta la notte ha piovuto a dirotto, così pure in mattinata. Il Savio è in piena. Siamo senza notizie dal mondo. Brontolamento di cannoni lontani. Cannoni di passaggio verso Savignano. Freddo, fango, acqua, pulci". E’ un brano delle salienti cronache da ‘Gli anni difficili del passaggio del fronte a Cesena’, di Don Leo Bagnoli, signor (anzi monsignor) cronista che continua: "Adesso sono i contadini a cercare rifugio in città, perché cacciati dai tedeschi, da località dove hanno messo batterie di cannoni. Poveri contadini, con i rifugi allagati, per giunta! I fascisti ancora presenti cercano di rastrellare, ma gli uomini stanno nascosti…".

Dovettero passare altre tre lunghissime settimane di stenti e di paure prima della Liberazione di Cesena, il 20 ottobre 1944. Particolare: il maltempo di quell’autunno 1944 particolarmente piovoso ostacolò anche l’avanzata degli Alleati soprattutto nelle campagne e nelle strade secondarie. Straripò il Pisciatello, strariparono canali e fossati: la consueta manutenzione non era stata possibile poiché nei mesi precedenti era pericoloso lavorare in campagna a causa delle continue incursioni aeree dei ‘caccia’ alleati: le batterie tedesche erano spesso nascoste tra i frutteti o nei campi di granturco. Passiamo ora ad un altro significativo 29 settembre, quello del 1956. Diventava sindaco, grazie a un colpo di scena politico che allora fece epoca, il repubblicano Antonio Manuzzi. Antefatti. Le precedenti elezioni amministrative avevano dato i seguenti risultati: Pri 23%, Dc 26%, Pci 36%, Psi 10%.Maggioranza Dc - Pri e conseguente giunta con sindaco il democristiano Samuele Andreucci.

Ma quella giunta stava stretta ai repubblicani, che allora erano un piccolo partito di massa. Ribaltone: giunta minoritaria Pri, con sindaco Manuzzi e vicesindaco Oddo Biasini, con il decisivo apporto esterno Pci e Psi che metteva lo ‘scudocrociato’ in momentaneo fuorigioco politico. Tra alterne vicende Manuzzi, buon amministratore, resterà sindaco di giunte centriste fino al 1970 quando le sinistre (Pci e Psi) conquistarono il Comune, nominando sindaco Leopoldo Lucchi detto popolarmente ‘Gigì’. che farà tre mandati sino al 1985. Antonio Manuzzi e Leopoldo Lucchi furono avversari leali e schietti sul piano politico, ma amici sul piano umano. Entrambi venivano dalla Resistenza, sia pur da diversi versanti: e questo voleva dire molto.