ERMANNO PASOLINI
Cronaca

"In memoria di Giuseppe Di Bagno". Il libro scovato in un mercatino

Da podestà di Savignano a senatore del Regno d’Italia, pagine di storia che arricchirono il paese. A riportarle alla luce l’ingegnere Orfeo Silvagni, amico del nipote Guelfo, proprietario della villa palladiana.

Il marchese Guelfo Guidi di Bagno ai piedi della scalinata della sua villa palladiana a Savignano

Il marchese Guelfo Guidi di Bagno ai piedi della scalinata della sua villa palladiana a Savignano

A Savignano, l’ingegnere Orfeo Silvagni, appassionato di storia e grande amico del nipote Guelfo, proprietario della villa palladiana, ha trovato in un mercatino di antiquariato un vecchio libro "In memoria di Giuseppe Di Bagno", fatto stampare alla tipografia Margelloni dal comune di Savignano e dall’Asilo Vittorio Emanuele II dopo la sua morte avvenuta nel 1938. Con la storia della sua vita, da podestà di Savignano a senatore del Regno d’Italia, nel libro sono pubblicati anche i nomi di oltre mille persone che inviarono alla famiglia telegrammi e bigliettini di condoglianze. Fra di loro quelle del Re, di Mussolini, dei ministri del Regno e delle case nobili e regnanti di tutto il mondo. Giuseppe Di Bagno nasce il 30 agosto 1874 nella sontuosa villa palladiana, sulla collina di Savignano, da Galeazzo marchese e senatore del Regno e dalla principessa Virginia Chigi Albani. Laureato in Scienze sociali con una tesi sulle condizioni di lavoro nelle risaie, trova la giusta via per dedicarsi alla vita pubblica. Nel 1911 è deputato di Bozzolo di Mantova e poi di Santarcangelo di Romagna. Nel 1920 viene nominato senatore aderendo subito al movimento fascista e il duce gli dà grandi prove di benevolenza assecondando generosamente le proposte che il Di Bagno gli sottopone, quale podestà di Savignano, per promuovere il bene pubblico e specialmente delle classi povere. Per lui contano patria, dinastia e religione. Per oltre 30 anni è presidente dell’Asilo Vittorio Emanuele II, ancora oggi perfettamente funzionante e il più longevo della diocesi di Rimini. Si sposa con la marchesa Maria Fochessati e ha tre figli Galeazzo, Ferdinando e Bianca. Muore a Milano nel 1938 a causa di un malaugurato incidente di viaggio. Savignano lo ricorda per le grandi opere che ha fatto per la città, dalla sistemazione del torrente Rubicone dalla via Emilia fino al mare, la costruzione di gruppi di case popolari, l’impianto della luce elettrica, l’acquedotto con il grande serbatoio a Castelvecchio di Savignano, nella sua proprietà e il nuovo edificio per le scuole elementari. Crea le nuove scuole di avviamento professionale e un Regio Istituto Tecnico Inferiore dotando così Savignano di istituzioni scolastiche degne delle sue tradizioni culturali. Fa costruire la casa Gil con annesso campo sportivo; due sottopassi ferroviari, la stazione ferroviaria più rispondente alle esigenze dei cittadini, valorizza l’Accademia dei Filopatridi, migliora la viabilità cittadina, realizza il mercato coperto e il mattatoio. Realizza anche la Casa del Fascio inaugurata nel 1932 dal segretario del partito fascista Starace.

Ermanno Pasolini

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