RAFFAELLA CANDOLI
Cronaca

"Io e Natalino sul palco, la nostra grande magia"

Da domani a domenica al teatro Bonci Michele Di Mauro e Balasso portano in scena la commedia noir di Eduardo De Filippo.

Da domani a domenica al teatro Bonci Michele Di Mauro e Balasso portano in scena la commedia noir di Eduardo De Filippo.

Da domani a domenica al teatro Bonci Michele Di Mauro e Balasso portano in scena la commedia noir di Eduardo De Filippo.

Da domani a sabato alle 20.30, e domenica alle 16, il calendario Ert del teatro Bonci ha in programma "La grande magia" una commedia noir di Eduardo De Filippo con Natalino Balasso e Michele Di Mauro nel ruolo di protagonisti; una produzione Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo, Ert Teatro nazionale. Il regista napoletano, che rende omaggio al commediografo suo conterraneo a 40 anni dalla scomparsa, considera "La grande magia", scritto e rappresentato nel 1948, "un testo complesso, ha l’ampiezza e lo sguardo del gran teatro e allo stesso tempo offre sfumature nere della nostra umanità, tratti psicologici addirittura espansi nella società a noi contemporanea". L’ambientazione è quella di una spiaggia dove è attesa l’esibizione del professor Otto Marvuglia (Michele Di Mauro), mago illusionista. A lui si rivolge Marta, la moglie di un gelosissimo Calogero Di Spelta (Natalino Balasso), offrendogli del denaro per farla sparire attraverso un trucco di magia e poter così dileguarsi col fotografo Mariano D’Albino, suo amante. Quando Calogero Di Spelta reclama la riapparizione della moglie, Marvuglia gli fa credere che la donna sia imprigionata in una scatola magica, e che potrà essere liberata solo se il marito avrà fede che ciò possa accadere davvero.

Michele Di Mauro, a 76 anni di distanza come viene accolta oggi questa tragicommedia?

"Per quanto riguarda la nostra compagnia, che a Cesena sigla l’81esima replica, direi ottimamente. Negli anni la rappresentazione della ‘favola nera’ è passata attraverso tappe intermedie. A suo tempo, al debutto con la compagnia di Eduardo che ricopriva il ruolo del borghese Di Spelta fu accolta freddamente perché si discostava dalle classiche commedie di Eduardo, il quale si rese poi conto che Marvuglia è il vero protagonista delle sue maschere umane e quindi passò a quel ruolo e ne fece, nel 1964, una versione televisiva. A teatro ha segnato un’epoca la regia di Giorgio Strehler del 1985, poi ci sono state altre versioni e del 2013 è quella di Luca De Filippo. È un testo che contiene i prodromi del teatro dell’assurdo, nel quale entra il pensiero pirandelliano".

Quale tipologia umana simboleggia Marvuglia?

"Con il regista abbiamo messo a punto un pensiero che ci ha aiutato nel definirlo: Otto è un attore mancato e tra l’altro è proprio lui a dirlo quando si presenta nella prima scena, chiedendo al pubblico di farsi mare. In quel mare Otto ha provato a entrare e ne è stato sbattuto fuori violentemente: una metafora che rappresenta le occasioni che gli sono state negate e dunque, si è riconvertito ad un ruolo affine ovvero all’arte dell’illusione".

Eppure, suscita simpatia.

"Messo a confronto col credulone, possessivo, egoista Di Spelta conquista per quell’arte di arrangiarsi anche ingegnosa: ha imbastito una compagnia di complici, tra i quali la moglie, ed è un ciarlatano. Ma, mentre finge di essere il mentore del malcapitato Di Spelta, lo truffa, trovando soluzione ai propri debiti e alla miseria. E la miseria, nelle commedie eduardiane è una costante attorno a cui si snodano le vicende umane".

È affine alle sue corde?

"Fare il ‘professore’ è intrigante. Mette alla prova le doti attoriali per le sfaccettature umane che il personaggio richiede. Se il regista mi avesse chiesto di scegliere avrei optato per il mago. Ma anche Di Spelta ha aspetti caratteriali complessi, è lo specchio delle difficoltà dell’uomo contemporaneo ad intessere vere relazioni. E le occasioni per cadere nella rete dei truffatori oggi sono sempre più sofisticate e raffinate. Ma, dopo 80 repliche uno scambio di ruoli potrebbe essere una sfida per me e Natalino".