
Uno scorcio del complesso immobiliare dell’Istituto Lugaresi
di Paolo Morelli
La Curia vescovile torna alla carica per chiedere che le sia assegnata la proprietà dell’Istituto Lugaresi, un complesso immobiliare di notevoli dimensioni che si trova ai margini del centro storico di Cesena ed è di proprietà da quasi un secolo della Congregazione dei padri Giuseppini del Murialdo. Pochi giorni fa l’avvocato Stefano Spinelli ha depositato presso la cancelleria della sezione civile del Tribunale di Forlì un ricorso nel quale chiede che venga data esecuzione alla volontà espressa nel 1923 dal canonico Giuseppe Lugaresi, con documento sottoscritto anche da padre Giuseppe Apolloni, vicario generale dei padri Giuseppini, che tutti i beni venissero assegnati al vescovo di Cesena nel caso che i padri Giuseppini si ritirassero da Cesena. La cosa è accaduta con gradualità poiché negli ultimi cinque anni i padri Giuseppini hanno via via alleggerito la loro presenza a Cesena, concentrandosi nella sede di Ravenna, fino alla cessione della gestione dell’Istituto Lugaresi all’Engim, ente di formazione professionale che, pur essendo nato per iniziativa dei Giuseppini, è un’entità autonoma e ben distinta dall’istituzione religiosa. La Congregazione dei padri Giuseppini del Murialdo contesta l’impostazione della Diocesi, l’autenticità del documento del 1923, e la legittimità del ricorso all’autorità giudiziaria civile per una controversia tra due istituzioni religiose. Nel ricorso la Curiachiede che, per evitare che il patrimonio dell’Istituto Lugaresi subisca menomazioni come accaduto negli anni scorsi con la vendita di alcuni beni , il Tribunale disponga con procedura d’urgenza il sequestro dell’intero complesso e lo affidi temporaneamente a un custode che potrebbe essere la stessa Curia vescovile o un amministratore terzo. Questo dovrebbe preservare l’integrità del patrimonio dell’Istituto in attesa che la causa con rito ordinario sia istruita e arrivi a sentenza, il che richiederà da tre a cinque anni. Il ricorso presentato dall’avvocato Stefano Spinelli ripercorre la strada già seguita nel settembre scorso dalla Curia vescovile che aveva presentato la richiesta di sequestro attraverso l’avvocato Eros Fioroni. Un malinteso dovuto alla modifica delle procedure a causa della pandemia da Covid-19 ha provocato la decadenza del ricorso, e quindi si ricomincia da capo. La procedura d’urgenza, però, dovrebbe portare a una decisione, benché provvisoria, nel giro di alcune settimane.