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Cronaca

Marco Casali: "È l’ora dell’alternanza. Risolverò i ’misteri’ di Novello e Bufalini 2"

Il candidato sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia e dalla lista civica Insieme ha come obiettivo il ballottaggio "Punto su sicurezza e infrastrutture, temi su cui la sinistra ha dormito".

Marco Casali: "È l’ora dell’alternanza. Risolverò i ’misteri’ di Novello e Bufalini 2"

Marco Casali: "È l’ora dell’alternanza. Risolverò i ’misteri’ di Novello e Bufalini 2"

Giordani

Un po’ tribuno e un po’ mattatore. Marco Casali (sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e dalla lista civica Insieme Casali Sindaco) è quello che più tiene la scena con compiacimento tra i quattro candidati alla poltrona su cui siede oggi Enzo Lattuca. Ogni tanto la butta sul ridere ma ciò non vuol dire che l’8/9 giugno non punti dritto al ballottaggio per quanto consapevole della disparita delle armi in campo, non ultima il budget per la campagna elettorale ("Hanno tanti più soldi di noi…" riferito alla compagine di Lattuca). Agronomo libero professionista e dirigente in Confagricoltura regionale, 57 anni, tre figli già grandi, è cesenate per matrimonio. Ha sposato, infatti, una cesenate conosciuta all’università di Bologna, da cui proviene. E’ un veterano della politica, giocata per 15 anni nelle fila del centro destra (dal Popolo della Libertà a Forza Italia, a Fratelli d’Italia). "Di destra con una forte matrice liberale" si definisce.

Casali, cosa vuol dire essere di destra?

"Significa far leva su valori classici, alcuni di derivazione mazziniana. Ossia credere nella meritocrazia e valorizzare la parte privata della società che, nell’ottica della sussidiarietà, ha maggiore capacità di imprimere impulso alla comunità rispetto a quella pubblica. Chi è di destra è convinto che la ricchezza prima di esser divisa deve essere prodotta. Per questo la parte privata va sostenuta. Inoltre crediamo nella famiglia sull’onda dei valori cattolici".

Lei, che è sostenuto dai principali partiti di destra, perché ha creato anche una lista civica a suo nome?

"La lista di centro destra Insieme Casali Sindaco nasce nei quartieri, anche per dare importanza ai territori ingiustamente definiti periferie, e chiama in gioco i consiglieri di quartiere che compongono la lista. Ma anche per dare possibilità di votarci a chi non ha simpatia per i partiti ma si riconosce nella nostra area politica".

Com’è nata la sua candidatura?

"Chi ha più voti tendenzialmente esprime anche il candidato, ma non è scontato. Le regole d’ingaggio sono fondamentali ma c’è stata un’immediata convergenza sul mio nome. Peraltro non ho mai avuto conflittualità con gli altri partiti. Non sono considerato divisivo e la nostra coalizione è molto solida, contrariamente a quanto succede dall’altra parte che conta su 11 compagini politiche con differenze abissali tra loro e con il rischio dell’ingovernabilità".

Quali sono i temi del suo programma che maggiormente caratterizzano la sua candidatura?

"Parto dalla consapevolezza che Cesena è una città che ha molte qualità e che dunque decolliamo da una base importante".

Quindi non è stata così distruttivo il governo di questi lunghi anni di centro sinistra?

"Non confondiamo la nostra qualità di vita con l’amministrazione della città, che tuttavia ha una sua importanza. E’ la comunità che determina la qualità della vita. Benché mi abbiano imbrattato tutti i 70 manifesti elettorali di questa campagna, penso che la città sia contraddistinta da profondo civismo, grande solidarietà e fertilità di idee. Non a caso il nostro slogan è ‘Cesena, ma meglio’. ‘Cesena’ è la parte privata, ‘ma meglio’ quella pubblica. Una città si sviluppa se la parte pubblica è allo stesso livello di quella privata, che da noi è viva, solida e ricca di valori. In questa sorta di amministrazione a porte girevoli, al governo della città vediamo sempre le stesse persone. Per questo non potrà mai essere performante e vitale. Per questo occorre dare spazio all’alternanza. Sull’urbanistica ad esempio pende ancora dalle labbra di Preger".

Torniamo ai temi del suo programma.

"L’ordine pubblico, la sicurezza territoriale, le infrastrutture, su cui la sinistra ha dormito, e la mobilità sostenibile, ma non in approccio ideologico e integralista come è stato fatto fino ad oggi. Il cambiamento climatico lo dobbiamo combattere con l’innovazione tecnologica non certo pensando di mandare tutti a piedi o in bicicletta".

Com’è stata questa campagna elettorale?

"C’è stato reciproco rispetto. E’ scontato che la campagna elettorale sia anche scontro ma non è mai mancata, alla fine, la stretta di mano. Credo che si sia riusciti a dare un’immagine di politica di qualità e di contenuti. La gente potrà scegliere tra proposte concrete e comprensibili".

Su quale percentuale di voti contate?

"Il nostro obiettivo è il ballottaggio con il centro sinistra. In quel caso si spariglieranno le carte. Ma siamo consapevoli che un sindaco che si rinnova ha una presenza mediatica elevatissima. Va ad almeno tre o quattro inaugurazioni al giorno e sono spropositate rispetto a noi le sue potenzialità economiche da spendere in visibilità".

Immaginiamo che lei sia il sindaco dei prossimi cinque anni. Da dove comincerebbe il suo mandato?

"Risolverei due misteri. Quello relativo al progetto urbanistico del Quartiere Novello, che dovrebbe dare risposta a quella fascia di popolazione che ha bisogno di un’abitazione a prezzo calmierato, ed è sottoposto ad una gestazione travagliata e del quale di adombra una revisione progettuale di cui ancora non ci sono stati chiariti gli elementi. L’altro mistero è il Bufalini due. Il sindaco ci dice che è fermo da nove mesi a causa di un timbro mancante. Mi sono offerto di andare personalmente a Roma per farlo apporre laddove necessita. Sono sette anni che lavoriamo solo sulla carta mentre l’attuale Bufalini si degrada".

Che tipo di contributo ha colto per tutto questo dal comparto agricolo che è il suo mondo professionale?

"Avere a che fare con gli agricoltori, una specie in via di estinzione, gente di poche parole ma pragmatica, è stata una scuola di praticità. Ma mi hanno trasmesso anche il loro mondo valoriale, diverso dagli artigiani, dagli industriali e dai commercianti. Un mondo basato su principi superati, forse, ma da riscoprire. Come la parola data sulla stretta di mano che vale più di una firma. Quella cultura, che non si vede in altri contesti economici, mi ha un po’ forgiato". Cosa fa nel suo tempo libero? "Poco tempo e pochi hobby. Suono la chitarra classica con alterne fortune. E poi corro, ma soprattutto per tenermi in forma e magari per ridurre l’impatto sul sistema sanitario nazionale, secondo quello che dicono gli esperti del fitness".