PAOLO MORELLI
Cronaca

Mascherine buone e cattive. Buonguerrieri: "Vogliono impedirci di indagare"

La parlamentare cesenate di Fratelli d’Italia fa parte della Commissione bicamerale d’inchiesta: "C’era un’organizzazione con base a Hong Kong che favoriva gli amici e affossava gli altri. Mascherine rivendute al quadruplo".

Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia nella Commissione Covid

Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia nella Commissione Covid

Entra nel vivo la Commissione bicamerale di inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus Sars-cov-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica da Sars-cov-2, più nota come Commissione parlamentare Covid. Dopo molte lungaggini per arrivare alla sua formazione perché i gruppi di minoranza non nominavano i loro rappresentanti (in tutto sono 13 senatori e altrettanti deputati, oltre al presidente Marco Lisei, al vice Francesco Ciancitto e al segretario Stefano Benigni) a settembre 2024 sono iniziate le audizioni. Della commissione fa parte come capogruppo di Fratelli d’Italia la deputata cesenate Alice Buonguerrieri.

Onorevole Buonguerrieri, come mai tutti questi ritardi? "C’è un chiaro atteggiamento ostruzionistico da parte dei partiti di minoranza. Alle prime sedute oltre alla maggioranza erano presenti solo i 5 Stelle, poi si sono aggiunti Italia Viva, Azione e Alleanza Verdi sinistra; i commissari del Pd hanno partecipato per la prima volta per l’audizione di Domenico Arcuri".

Perché? "E’ evidente che chi faceva parte del Governo Conte non vuole che si indaghi, ma noi andiamo avanti lo stesso".

Cos’è successo nell’udienza di giovedì? "Avevamo diviso l’udienza in due parti: al mattino Ilario Bianchi di JC Electronics, al pomeriggio l’ex commissario Domenico Arcuri".

Come mai non avete fatto alcuna domanda a entrambi? "I tempi erano ristretti poiché della commissione fanno parte sia deputati che senatori, quindi bisogna approfittare dei tempi in cui non c’è attività né alla Camera, né al Senato. Per questo abbiamo deciso che avremmo dato modo a entrambi di esporre la loro versione, riservando le domande a una prossima convocazione".

Che impressione ha avuto? "Che c’è molto da scavare per fare emergere la verità: la JC Electronics aveva avuto un contratto dalla Protezione civile e stava fornendo mascherine regolari, ma Arcuri ha risolto il contratto per farne un altro a due consorzi cinesi per l’importo di 1,251 miliardi di euro, ma sono state consegnate mascherine non buone facendole pagare allo Stato il quadruplo del prezzo d’acquisto in Cina; queste mascherine sono state distribuite in ambito sanitario e sta emergendo che molti morti sono stati proprio tra il personale sanitario".

E la JC Electronics? "Ha fatto causa allo Stato e un trobunale di Roma le ha riconosciuto un risarcimento di 203 milioni di euro!".

Che idea si è fatta finora? "C’era un’organizzazione che faceva capo a una struttura di Hong Kong della quale facevano parte italiani e una banca di San Marino. Era necessario favorire gli amici e mettere i bastoni fra le ruote agli altri. Stiamo parlando di miliardi di euro!".

Domenico Arcuri ha detto di aver superato diversi procedimenti penali a suo carico... "Ce ne sono altri, uno dei quali a Bologna dove è coinvolto Marcello Minenna, allora direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: Miguel Martina, un funzionario che cercava di fare le cose per bene, era stato mobbizzato e l’Inail gli ha ricopnosciuto il 15% di invalidità. E poi ci sono procedimenti aperti davanti alla Corte dei Conti per danno erariale, cercheremo di dimostrare che le persone chiamate in causa hanno agito con dolo perché il Governo Conte aveva fatto un provvedimento-scudo che metteva al sicuro Arcuri e gli altri, tranne che nell’ipotesi del dolo: dobbiamo arrivare lì".