"Ne abbiamo parlato, i bimbi hanno capito Resta l’amarezza"

"Uno dei computer rubati era nella mia aula e vedere che lo avevano preso i ladri mi è dispiaciuto. Per fortuna però ora ne abbiamo un altro e possiamo continuare a fare lezione". Il commento più importante è quello di un bimbo che esce dalla scuola mano nella mano con la mamma, sorridendo senza aver perso il buon umore che niente alla sua età ha il diritto di guastare. Chi lo accompagna la pensa allo stesso modo: "È chiaramente spiacevole rendersi conto che anche le scuole vengono prese di mira dai ladri. La cosa importante è che non ci siano state conseguenze gravi e che anche la didattica abbia potuto riprendere senza particolari intoppi".

Al suono dell’ultima campanella gli alunni conquistano l’uscita col sole della primavera negli occhi e la prospettiva di un pomeriggio di giochi ad attenderli. Le famiglie si allontanano in fretta, svuotando in una manciata di minuti il parcheggio antistante la scuola. "Certo, la notizia ha turbato tutti – commenta una donna che aveva trovato uno spazio libero nelle retrovie, apprestandosi a caricare lo zaino nel sedile posteriore – e in effetti sarebbe strano il contrario: chi andrebbe mai a pensare che pure la scuola frequentata dai propri figli possa essere presa di mira dai ladri? Per fortuna non ci sono stati episodi di violenza e quando i bambini sono entrati, a parte l’assenza dei computer, non hanno trovato un contesto stravolto rispetto alle loro abitudini, però quanto accaduto deve far riflettere: troppi limiti ormai vengono superati con indifferenza".

La chiusura è di un babbo, di rientro a casa: "Mia figlia ha reagito bene e a scuola le maestre sono state bravissime. Ne abbiamo parlato in famiglia, cercando le parole giuste. Tutto a posto, dunque? No: non si ruba ai bambini".

l.r.