REDAZIONE CESENA

Neet, l’esercito di giovani ’invisibili’: "Servono strategie più efficaci"

Cesena Siamo Noi chiede all’amministrazione un impegno concreto

Cesena Siamo Noi chiede all’amministrazione un impegno concreto

Cesena Siamo Noi chiede all’amministrazione un impegno concreto

I consiglieri comunali di Cesena Siamo noi Marco Giangrandi e Denis Parise sono tornati chiedere all’amministrazione comunale più attenzione verso le tematiche dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi formativi. "La risposta all’interrogazione presentata dal gruppo consiliare Cesena Siamo Noi sul disagio giovanile – si legge nella loro nota - porta alla luce un tema su cui è urgente concentrare attenzione politica, risorse e strategie a lungo termine. Secondo i dati Istat 2023, la percentuale di Neet nella provincia di Forlì-Cesena è pari al 7,8% nella fascia 15-29 anni. Considerando che a Cesena si stimano circa 14.500 giovani di quell’età, significa che ben oltre oltre 1.000 ragazze e ragazzi si trovano potenzialmente in una condizione di inattività, isolamento sociale e disconnessione dalle opportunità educative, lavorative o formative. Numeri preoccupanti, che contrastano con la portata dell’unico progetto strutturato avviato negli ultimi anni dal Comune: Neetopia, realizzato con fondi ANCI e durato 15 mesi, ha intercettato circa 150 giovani, dei quali 60 sono stati inseriti in percorsi personalizzati. Se il valore di questa esperienza è indiscutibile, è altrettanto evidente che si tratta di una risposta parziale e insufficiente rispetto alla dimensione reale del fenomeno. In altre parole: più di 9 giovani Neet su 10 a Cesena non sono stati raggiunti da alcun tipo di intervento strutturato". In quest’ottica Cesena Siamo Noi propone una serie di azioni: "Una mappatura precisa e aggiornata dei giovani a rischio, tramite incrocio di dati scolastici, sanitari, sociali e statistici, il potenziamento dell’educativa di strada, sportelli mobili e presìdi territoriali capaci di intercettare i giovani nei luoghi informali di aggregazione (centri commerciali, biblioteca, stazione…), una cabina di regia permanente tra Comune, Ausl, scuole, centri di formazione e associazioni giovanili, per gestire i casi più critici, una rete di tutoraggio personalizzato e incentivi concreti per l’inserimento lavorativo o formativo, attraverso tirocini, borse-lavoro, percorsi di apprendistato".

Luca Ravaglia