Omicidio Benini, la nipote condannata a 24 anni. "Ha ucciso lo zio per i soldi"

Paola Benini condannata per l’omicidio dell’anziano disabile. "L'ha colpito con grande violenza, il movente è economico"

Alfredo Benini venne aggredito a martellate

Alfredo Benini venne aggredito a martellate

Cesenatico (cesena), 15 giugno 2019 - Paola Benini è stata condannata a 24 anni di reclusione per l’omicidio aggravato dello zio Alfredo Benini. È questo l’esito del processo di primo grado conclusosi ieri in tribunale a Forlì. I giudici hanno ritenuto la nipote colpevole della brutale aggressione avvenuta il 15 ottobre 2017, quando Alfredo Benini, all’epoca 87enne, disabile ipovedente, in pieno giorno venne picchiato in pieno volto e alla testa, all’interno della sua abitazione in via Santarelli, nelle prime campagne di Cesenatico.

I giudici ritengono Paola Benini, 57 anni, colpevole di aver prima aggredito il parente anziano a mani nude e poi con un corpo contundente (FOTO), mentre questi era già riverso a terra seriamente ferito e in una pozza di sangue. L’episodio oltre a causare delle ferite profonde alla vittima, che ebbe un tracollo psicofisico devastante, addolorò i molti parenti della famiglia Benini, sei dei quali decisero poi di costituirsi parte civile. Ricordiamo che da quella terribile aggressione Alfredo non si ristabilì mai più, fu sottoposto ad un delicato intervento chirurgico alla testa e a lunghe cure negli ospedali, ma non fu mai più in grado di rimettersi in piedi sulle proprie gambe, sino a quando le sue condizioni si aggravarono irrimediabilmente e morì il 13 maggio 2018.

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Sin dall’inizio le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Cesenatico e del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Forlì-Cesena su disposizioni del pm Sara Posa, portarono nella direzione di Paola Benini. Fugati i dubbi sul possibile furto o la rapina finita male, gli indizi portarono alla nipote con la quale lo zio Alfredo aveva chiuso molto male i rapporti da poche settimane.

Il movente è di natura economica, in quanto Paola, secondo l’accusa, puntava ad aggredire il patrimonio dello zio. Una tesi sostenuta da molti riscontri contenuti in documenti e nelle stesse dichiarazioni dei testimoni. Trovandosi la porta chiusa e non potendo mettere le mani sul denaro dell’anziano parente che voleva addirittura far interdire per gestirne il patrimonio, la donna, sempre secondo l’accusa, sarebbe finita in una spirale dove i rapporti con lo zio si sono fatti sempre più tesi, ci sono stati degli accesi litigi, fino al culmine con l’aggressione fisica.

Ciò che in particolare ha colpito l’opinione pubblica e tutte le persone coinvolte a vario titolo durante questo processo, è l’efferatezza con cui l’aggressore ha colpito Alfredo Benini. Fra le testimonianze, quelle del personale del 118 e dei medici del pronto soccorso dell’ospedale «Bufalini» di Cesena, hanno fatto chiaramente emergere come l’aggressore abbia voluto far male deliberatamente ad un anziano quasi cieco e quindi impossibilitato a difendersi dinanzi i ripetuti colpi frontali subiti, anche quando era già quasi esanime e sfiancato dai colpi.

Alla lettura della sentenza ieri erano presenti in tribunale la pm Sara Posa che aveva chiesto 25 anni di pena, la condannata Paola Benini assistita dai legali Francesco Pisciotti di Rimini e Flora Mattiello di Cesenatico; la figlia Francesca con il marito e altri parenti. Paola Benini, donna dal carattere molto forte, ha accolto la sentenza visibilmente provata in volto, ma senza lasciarsi andare a manifestazioni eclatanti.

Gli avvocati di parte civile Simona Arrigoni e Raffaele Pacifico, tutelano invece le sei persone costituite parte civile, che sono Mario, Anna e Pietro Benini, i fratelli di Alfredo Benini; i nipoti Andrea Benini con la moglie Jessica Bocchini e Germana Crosara residente a Torino. Questi hanno chiesto ciascuno 150mila euro, quindi in totale 900mila euro di risarcimento. A tal riguardo i giudici, che si sono riservati 90 giorni per depositare le motivazioni, hanno accolto anche le richieste delle parti civili, che saranno poi trattate in seguito per quantificare il danno.