PAOLO MORELLI
Cronaca

‘Operazioni baciate’ per far quadrare i bilanci

Il curatore fallimentare ha spiegato in tribunale come avvenivano gli scambi di giovani giocatori fra Ac Cesena e Chievo Verona

‘Operazioni baciate’ per far quadrare i bilanci

di Paolo Morelli

E’ entrato nel vivo il processo per la bancarotta dell’Associazione Calcio Cesena. Ieri c’è stata la seconda udienza, dedicata alla testimonianza di Mauro Morelli (foto), il commercialista bolognese che il giudice Barbara Vacca indicò come curatore il 9 agosto 2018, quando sentenziò il fallimento dell’AC Cesena schiacciato da circa 80 milioni di euro di debiti, per la maggior parte di natura fiscale.

Il processo può essere considerato monco perché alcuni imputati, hanno scelto riti alternativi (patteggiamento o processo col rito abbreviato) uscendo di scena, ma la vicenda processuale resta la stessa. Gli imputati che hanno deciso di affrontare il processo col rito ordinario sono Graziano Pransani (difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci) solo per i reati tributari; Mauro Giorgini (avvocato Federico Buratti); Claudio Manuzzi (avvocato Daniele Molinari); Christian Dionigi (avvocato Antonella Monteleone); Luigi Piangerelli (avvocati Silvia Castellari e Cesare Di Cintio); Rino Foschi (avvocati Mattia Grassani e Massimiliano Iovino); l’allora presidente del Chievo Verona Luca Campedelli (avvocato Daniele Ripamonti); Stefano Bondi e Barbara Galassi (avvocati Alessandro Melchionda e Alfonso Celli);

Enrico Brunazzi (avvocati Stefano Spinelli e Nicola Mazzacuva),

e Luca Mancini (avvocati Tommaso e Umberto Guerini). In aula erano presenti solo Christian Dionigi e Rino Foschi.

Davanti al collegio giudicante presieduto da Marco De Leva, affiancato da Elisabetta Giorgi e Giorgia Sartoni, si è seduto al banco dei testimoni il curatore fallimentare Mauro Morelli; per circa quattro ore ha risposto alle domande del pubblico ministero Francesca Rago (continuerà a sostenere la pubblica accusa in questo processo, pur avendo preso servizio alla procura della Repubblica di Bologna), dell’avvocato di parte civile Antonio Materia per la curatela fallimentare, e degli avvocati difensori Alessandro Sintucci, Antonella Monteleone, Stefano Spinelli e Daniele Molinari. Particolare curioso: verso la fine della deposizione il testimone ha interrotto la deposizione e si è alzato essendo stato colto da un crampo a una gamba, riprendendo dopo qualche esercizio di allungamento muscolare.

Il curatore fallimentare ha ripercorso gli anni dal 2013 al 2018 spiegando la creazione delle plusvalenze con le ‘operazioni baciate’: due calciatori venivano scambiati con contratti di compravendita che aggiustavano i bilanci facendo risultare l’incasso dell’intera somma, mentre dall’altra parte c’era un ammortamento spalmato su più anni. Rispondendo alle domande dell’avvocato Monteleone, ha poi espresso il parere che l’Ac Cesena già nel 2013 era insolvente e avrebbe dovuto fallire, nonostante dal 30 giugno 2013 al 31 dicembre 2015 il debito della società si fosse ridotto da 102 a 72 milioni di euro.

Ieri ha deposto anche anche il calciatore Alberto Drudi: ha ricordato quando aveva 17 anni fu convocato insieme ai genitori da Luigi Piangerelli che fece loro firmare un contratto di cessione al Chievo: da allora ha giocato nel Cattolica, Gibilterra e Chievo (per quattro mesi, ma senza mai scendere in campo) e ora gioca nella Sampierana in Promozione. Con un sorriso ha detto di aver appreso che gli era stato attribuito un valore di 3,3 milioni solo dai giornali e dalla guardia di finanza, ma senza mai vedere un euro.