
di Ermanno Pasolini
Sara Mercuriali, 35 anni, barista, residente a Gatteo Mare ha appena compiuto il cammino di Santiago di Compostela, il tratto francese più lungo, di circa 800 chilometri. Ma per Sara si è trattato di un cammino molto particolare perché con lei c’erano i suoi due figli, Lian di 9 anni e Emil di 2 anni e 8 mesi, mentre il suo compagno è rimasto a casa per motivi di lavoro.
Come è nata l’idea di fare il cammino di Santiago con i bimbi?
"Da qualche anno pensavo di andarci. Poi il Covid ha bloccato tutto, ma alla fine mi ha dato la spinta giusta per farlo. E’ stato anche un bel modo perchè i bambini sono stati troppo tempo chiusi in casa".
Come hanno commentato?
"Molti pensavano che sarebbe stato folle fare questo cammino con due bambini. Ma io ci credevo ece l’ho fatta".
I bambini hanno sempre camminato?
"Lian ha fatto il cammino tutto a piedi con me. Per il piccolo invece ho preso un passeggino da trekking dove a tratti stava seduto, ma ha anche camminato parecchio, considerata la sua età".
Cosa diceva la gente che incontravate?
"Dopo la prima tappa, da Saint Jean Pied de Port a Roncisvalle, siamo stati accolti da un grande applauso e tante fotografie. In tanti durante il viaggio ci hanno offerto da bere, tutti meravigliati da una mamma con i suoi due bambini che facesse il cammino più lungo di Santiago De Compostela. Molti mi volevano aiutare ma io sempre rifiutato".
Quanti chilometri avete fatto in media al giorno?
"Dai 25 ai 30 dal 25 settembre al 25 ottobre con uno stop solo di un giorno".
Mangiare e dormire?
"Negli ostelli municipali che si trovano lungo il cammino e che sono solo per i pellegrini".
Avete mai pensato di non farcela?
"Ci sono state tappe difficili, ma non abbiamo mai pensato di mollare, neppure quando Lian una notte è caduto dal letto a castello e, battendo la faccia, si è rotto uno dei denti davanti. Ma lui non ha voluto smettere e la mattina dopo alle 7 è ripartito". Lian ha dovuto lasciare anche un mese di scuola?
"Per lui è stato un mese di scuola e di vita diversa. Adesso ha imparato ad adattarsi a tante situazioni, camminare non gli pesa più come prima".
E il piccolo Emil?
"E’ stato contentissimo anche lui. Ha iniziato a relazionarsi con le persone e dalla seconda settimana ha smesso di portare il pannolino".
Qual è stato il risultato più importante?
"Ogni volta che tornavo a casa dal lavoro vedevo i miei figli inchiodati ai videogiochi o alla televisione. Oggi purtroppo non ci sono più bambini al parco, sono sempre col cellulare in mano. Volevo portarli via dalla loro monotonia e fare vedere loro che ci sono altri mezzi di comunicazione, un altro mondo che non è solo quello che oggi noi diamo a loro".
Ha in programma altre camminate?
"Forse lo rifaremo l’anno prossimo con il cammino inglese che arriva sempre a Santiago e l’idea è di prolungarlo fino a Finisterre, il chilometro zero. Appena sarà possibile io e mio figlio Lian faremo ’La via degli Dei’ da Bologna a Firenze. Comuque è un’esperienza che consiglio a tutti. Sono figlia di sportivi e grazie ai miei genitori ho avuto una preparazione idonea per affrontare questo tipo di percorso con le difficoltà del mio caso, perchè anche se sportiva avevo sempre con me due bambini e un passeggino da spingere ogni giorno con i vari dislivelli".