ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Pieri non si arrende. Ricorso contro l’ammonimento

Caso Golinucci, l’uomo-sandwich si è rivolto al prefetto per opporsi all’ordine del questore di astenersi dal lanciare accuse verso un 60enne.

Gabriele Pieri con il cartello nel quale esprime i suoi sospetti sul caso Golinucci

Gabriele Pieri con il cartello nel quale esprime i suoi sospetti sul caso Golinucci

Continua la ‘battaglia solitaria’ di Gabriele Pieri, l’ex insegnante cesenate, conosciuto come ‘l’uomo sandwich’. Il 78enne per mesi ha portato in giro per le strade di Cesena un cartello con scritto sopra il nome di un 60enne cesenate che, a suo dire, sarebbe responsabile della morte di Cristina Golinucci, scomparsa a 21 anni a Cesena nel 1992. "Non ho prove – ha spiegato Pieri – ma l’ho fatto uscire allo scoperto, se è innocente perché non parla?". Si tratta di accuse infondate contro un uomo che, fino a prova contraria, è innocente (è stato lambito dalle indagini, ma non formalmente indagato). Nonostante una mancanza di querela espressa da parte della vittima, l’ammonimento della questura di Forlì-Cesena non è tardato ad arrivare. A metà marzo il questore ha emesso un provvedimento che ammonisce Pieri e lo invita ad astenersi, in futuro, da compiere atti persecutori nei confronti del 60enne cesenate e delle persone a lui vicine. Il questore ha agito su istanza della stessa persona accusata da Pieri. Secondo l’esposto Pieri avrebbe anche diffamato il 60enne su una chat di whatsapp e si sarebbe presentato all’ingresso di una scuola cesenate con indosso il cartello diffamatorio con scritto ‘è lui il responsabile della scomparsa di Cristina Golinucci’. Ora Pieri è passato al contrattacco. "Ho fatto ricorso al prefetto contro il provvedimento del questore – spiega Pieri – Mi è stato contestato di aver seguito in Chiesa l’uomo che ho accusato, ma non è vietato frequentare la Chiesa. La Prefettura mi ha comunicato che ha tre mesi di tempo per rispondere". Intanto la famiglia di Cristina Golinucci è alla ricerca di Emanuel Boke, il 60enne di origine sudafricana, che in passato ha confessato l’omicidio di Cristina per poi ritrattare. "La Francia si sta dando da fare per assicurarlo alla giustizia – ha detto Marisa Degli Angeli, mamma di Cristina – e se Boke verrà rintracciato, depositeremo un’istanza in procura a Forlì per riaprire il caso".