Petrolio a Selvapiana: la Romagna aveva i suoi pozzi

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Temi e problemi della contingente situazione energetica, danno input per un flashback di quasi un secolo fa, quando in Alto Savio si estraevano il petrolio e il metano. Succedeva negli anni ‘30’40 del secolo scorso, in quel di Selvapiana, in una zona attigua al campo sportivo di quella località del comune di Bagno. E a tal proposito Alberto Antoniazzi, in una pubblicazione del 1963 (Rilevamento geologico della zona tra Bagno di Romagna e Casteldelci, edita dalla Camera di Commercio), ricorda che "I primi permessi di ricerca nella zona furono richiesti nel 1932, seguendo il criterio di ubicare i pozzi più superficiali. Alcuni, nel 1942, dettero 65 tonnellate di petrolio, cui seguirono 50 tonnellate l’anno successivo. Questo fu l’unico risultato positivo in una zona così tormentata tettonicamente, dove i pozzi raggiunsero profondità variabili tra i 200 e i 500 metri".

Quell’area petrolifera avrà destato un certo interesse a livello nazionale, visto che fu visitata anche da Amintore Fanfani quando era ministro del Lavoro.

Uno dei promotori delle ricerche fu il sampierano Pilade Andrucci. Poi, dopo studi di ben altro respiro, nei primi anni ‘60 venne effettuato un sondaggio petrolifero a grande profondità, nella zona del lago di Quarto, al confine tra i territori comunali di Bagno e Sàrsina. Sondaggio di cui non conosciamo i risultati, e al quale non sono seguiti interventi di estrazione. Nella pubblicazione di Antoniazzi vi sono riferimenti anche alla lignite (valore pratico nullo) nella zona di Poggio Bandita, agli scisti bitumosi con affioramenti di rocce bitumose nelle argille scagliose della parte meridionale della zona, in particolare a destra del fosso del Poggio (anch’esse senza alcun interesse industriale). Per quanto riguarda le emanazioni metanifere, Antoniazzi scrive: "Sono localizzate particolarmente nella zona di Bagno. Le emanazioni gassose si presentano sia associate alle acque ipertermali Santa Agnese, sia libere a Bagno, nella vicina località di Larciano e nell’area interposta tra il paese di Bagno e il suo cimitero" (area dell’ex vivaio forestale Montanino, ndr).

Gilberto Mosconi