La corsa è questione di mettere un piede davanti all’altro il più velocemente possibile. Dice chi non corre. E nello specifico chi non si dedica a corse estreme. Perché chi invece la corsa ce l’ha nel sangue, sa benissimo che il punto di partenza è un altro. E sta nel cervello. E’ la mente che decide tutto, un passo alla volta, una salita dopo l’altra. un chilometro dopo l’altro, fino a farne 200. E magari a vincere. Come ha fatto tra sabato e domenica Nicola Placucci, medico cesenate di professione e podista estremo a tempo perso, aggiudicandosi per la seconda volta la Nove Colli Running, la corsa che ricalca il percorso – tremendo – dell’iconica corsa in bici in programma domenica 19 maggio a Cesenatico.
Placucci, primo sul traguardo dopo ‘appena’ 22 ore e 37 minuti dal via.
"E’ stata una grande prova, nella quale mi sono riuscito a godere al massimo un’esperienza che mi mancava da tempo. Negli ultimi anni infatti avevo rallentato i ritmi, mettendo da parte i percorsi più impegnativi e dedicandomi al massimo a distanze che non superassero la maratona. L’idea di tornare a rilanciare mi è venuta appena un mese fa. A riguardo vorrei ringraziare la mia famiglia per la presenza costante e la mia fortissima coach Eleonora. Senza di loro non ce l’avrei fatta. E non dimentico nemmeno tutti coloro che prendono parte in ogni modo a questa manifestazione di sport e di vita. Ci siamo ritrovati alla partenza e sul percorso dopo anni e il forte legame che c’è sempre stato tra noi si è ricreato subito".
Aveva già vinto una volta.
"Nel 2017. Pare una vita fa. Eppure evidentemente una volta che il corpo impara ad affrontare sfide come queste, l’alchimia giusta ‘resta in memoria’. Quando mi sono messo alla prova sul serio, è stato incredibile".
Racconti.
"La parte più bella è stata durante le ore notturne: siamo partiti a mezzogiorno dal Porto Canale di Cesenatico e quando il sole è tramontato mi trovavo nel cuore del percorso, tra i monti. Mi sono goduto le stelle, il buio tutto interno, i silenzi. Ero in pace con me stesso e stavo alla grande".
Fino alla fine?
"In gare come questa almeno un momento di difficoltà è da mettere in conto. Il mio è arrivato quando ero sul Gorolo, l’ultimo colle. Avevo margine di vantaggio e allora ho deciso di riprendermi per bene: mi sono fermato, mi sono seduto e mi sono fatto passare la nausea con calma. Da lì in avanti è tornato a essere tutto perfetto".
E’ abituato a corse estreme.
"Ho disputato la Atene Sparta, la Badwater nella Valle della Morte e la Brazil 135, giusto per citare le principali. E ovviamente senza dimenticare la Nove Colli Running, nella quale mi sono cimentato per cinque volte. Con due successi".
E ora?
"Ogni volta che termino una gara di questa portata, dico che è stata l’ultima. Bellissima, ma durissima. Poi finisce sempre che ci ricasco. E riparto".
Dunque?
"Dunque non dico nulla. Sono stanco di venire sempre smentito da me stesso".