Preside picchiato a Cesena, “Serve un scuola per genitori: non tollerano regole e divieti"

Simonetta Bini, dirigente al Monti: "Dobbiamo aiutarli, da noi rapporti civili ma con vivaci confronti"

La dirigente del Monti Simonetta Bini e il preside della media Pascoli De Marco

La dirigente del Monti Simonetta Bini e il preside della media Pascoli De Marco

Cesena, 26 marzo 2023 – Del grave episodio del dirigente della scuola secondaria di primo gradi di via Pascoli Nicola De Marco, colpito con un pugno all’orecchio dallo zio di una alunna che si era recato a scuola per prelevarla senza averne l’autorizzazione ed ha reagito con violenza al motivato diniego dell’istituto, si è parlato ieri in tutte le scuole cesenati, e non solo. Un evento per certi versi eccezionale nel nostro territorio, stando a ciò che emerge, ma controversie e conflittualità tra familiari e istituti scolastici sono stimate più frequenti di quello che si possa pensare, pur senza degenerare necessariamente in casi di violenza gratuita. Che peraltro sono in crescita: e nelle stesse ore in cui è stato colpito il preside della media di via Pascoli, un’insegnante salernitana è stata aggredita da una madre perché aveva dato un brutto voto alla figlia, al punto tale che l’altro ieri il ministro della Pubblica Istruzione Valditara ha annunciato il proposito di costituirsi parte civile a tutela del personale della scuola colpito.

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Simonetta Bini, insegnante di italiano e latino per tanti anni, e poi dirigente, è dirigente del liceo classico Monti, l’istituto più antico della Provincia, fondato nel 1860, un pezzo di storia della città.

Preside Bini, l’episodio di violenza ai danni del dirigente scolastico cesenate induce a riflettere sul rapporto in misura purtroppo sempre maggiore controverso tra scuola e genitori. Lo valuta un caso eccezionale e isolato?

"Purtroppo l’episodio di violenza al nostro collega non si può più considerare eccezionale, perché stando ai fatti si inserisce in un crescendo di atti esasperati e aggressivi nei confronti di chi rappresenta, per certi aspetti, un confine e una autorità. Spiego il concetto: constatiamo che chi pretende di agire senza argini, appena ne incontra uno, anche totalmente legittimo come il caso del collega che non ha fatto uscire e affidato un minorenne ad una persona priva di delega, come va fatto, si dimostra incapace di comprenderlo e accettarlo e finisce a volte anche per reagire in modo spropositato. Non si accetta più, purtroppo in situazioni sempre crescenti, il rispetto di regole, anche se sono regole che tutelano la scuola e tutte le sue componenti, a cominciare dagli studenti stessi".

E tutelano anche legittimamente il personale della scuola stessa. Che cosa ne pensa dell’intervento del ministro dell’Istruzione Valditara e del proposito annunciato di costituirsi parte civile?

" Il ministero può costituirsi parte civile per dare un segnale, e certamente male non fa, ma la questione a parer mio è più profonda e di sistema, ed esige tentativi di farvi fronte plurimi tenendo conto della sua complessità e delicatezza".

Come sono cambiati i genitori nel tempo nel loro porsi verso docenti, dirigente e scuola in senso lato: è vero che non pochi tra loro sono più invadenti e perfino arroganti?

"Guardi, io direi innanzitutto che molti genitori sono confusi perché il loro ruolo si sta facendo sempre più difficile. Ci sono alcuni tra loro che non riescono a tollerare piccole frustrazioni, dovute a regole, divieti, ai ‘no’ che invece sono educativi e a fin di bene, così desiderano che i figli non incontrino difficoltà e che nel loro percorso non si frapponganosperità, le quali invece fanno crescere. Si illudono forse che così i loro figli possano essere felici: che errore".

Bisognerebbe educare, o rieducare, certi genitori?

"Bisognerebbe fare una sorta di scuola per genitori, perché si sentano più sostenuti e meno soli nel loro compito così impegnativo. La scuola in ogni caso è sempre al loro fianco con il suo patto educativo".

Come sono i rapporti con i genitori al liceo classico Monti?

"Direi che sono senz’altro molto civili, anche se non privi di momenti di vivace confronto".

Laddove operano i comitati dei genitori, sono utili al processo educativo dentro la scuola?