
Una cartolina di saluti da Cesenatico con una scritta in lingua ceca, anni Trenta
"Solo le cecoslovacche hanno questo fuoco negli occhi…" E’ uno spicchio dell’irresistibile ironia che pervade il film ‘Amarcord’ di Federico Fellini (e Tonino Guerra) nel tratteggiare le vanterie di conquiste amorose dei romagnoli seduttori da spiaggia in estate. Per poi vantare nelle sere d’inverno al caffè presunti telegrammi da amanti tornate nei loro lontani paesi: ‘Vieni su subito che non ne posso più. Stop’. La presenza di turiste cecoslovacche(e non solo) sula nostra riviera un secolo fa non è un’invenzione filmica. C’erano anche a Cesenatico. Lo dimostra questa cartolina fine anni Venti del secolo scorso. Le graziose ragazze che campeggiano al centro del composè fotografico dedicato a Cesenatico erano le vigilatrici (allora si diceva così) della Pensione Cecoslovacchia che era anche un colonia marina per cura elioterapiche, a conferma della predilezione del turismo benestante di quel Paese europeo per la quiete estiva di Cesenatico rispetto, ad esempio, ad una Rimini già allora più rutilante. Prima d’una divertita scorreria nella leggenda maschilista dei focosi ‘bagnini’ romagnoli, che nacque allora e poi si sviluppò con ardore negli anni ruggenti del boom turistico sulla nostra riviera, serve un intermezzo storico: non erotico. La Cecoslovacchia di un secolo fa non esiste più come singolo Stato. Quel Paese che era nato nel 1918 dalla disgregazione dell’impero austro ungarico si divise poi, con separazione consensuale, il 1 gennaio 1993 dando vita alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia. Torniamo ai seduttori da spiaggia. La presenza estiva e conturbante di belle ragazze straniere attizzò la fantasia e la brame dei nostri antenati giovanotti che sognavano una loro facile arrendevolezza rispetto alle ragazze locali che, durante il corteggiamento, la volevano vedere chiara quanto a intenzioni matrimoniali. Come da colonna sonora d’una canzone d’epoca: ’non ti fidar di un bacio a mezzanotte…’. Fino al mito più recente dei ‘bagnini’ galletti, trottolini amorosi, in qualche caso con abrasioni da brandina. Ai ‘conquistadores’ si aggiunsero anche frotte di seduttori dall’entroterra. Ne conoscemmo uno, Charly, l’ultimo dei vitelloni cesenati (se n’è andato diversi anni fa). Di famiglia benestante, ciarliero, fantasia galoppante: da giovane era un ‘habituè di giorno dei bar e di notte dei locali notturni di Cesenatico e dintorni. Ebbe anche disavventure. Per conquistare una bella turista si spacciò come medico chirurgo specializzato in ginecologia (ovviamente) in una clinica cesenate. Ma la tipa volle verificare: si recò nella clinica cercando il dottor Charly Tal dei Tali (il cognome fittizio fornitole). Inesistente. Qualcuno avvertì l’aspirante Casanova che prese subito la prima corriera per l’Appennino. Due settimane dopo si riaffacciò una sera al solito bar. Agli amici che gli chiesero dove diavolo si era cacciato rispose con noncuranza: ‘ ero nelle Dolomiti, ospite della Carmen che conobbi l’anno scorso a Milano Marittima’. Vitelloni, boccaloni, tipi da spiaggia. Correvano le estati degli anni Sessanta. I juke box dei bagni lanciavano le allegre note d’una canzone dei Marcellos Ferial: ‘sei diventata nera nera nera/ sei diventata nera come il carbon’. Ricordi d’una estate.