ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Quartieri, un futuro da riscrivere: "Daremo più spazio ai giovani"

L’assessore Plumari anticipa alcuni punti del nuovo regolamento in vista delle elezioni in autunno

L’assessore Lorenzo Plumari alla presentazione di ’Quartieri in pista’

L’assessore Lorenzo Plumari alla presentazione di ’Quartieri in pista’

"Bisogna individuare due o tre, comunque poche ma concrete, funzioni chiare e rilevanti che definiscano i quartieri nel nuovo regolamento che verrà redatto in vista delle prossime elezioni". Ad affermarlo è Lorenzo Plumari, assessore al ramo, che sta conducendo il percorso che il prossimo autunno porterà alle urne i cesenati per eleggere i nuovi consigli dei 12 quartieri cittadini.

Assessore Plumari, la domanda eterna che si pongono i cesenati è "a che cosa servono i quartieri"?

"Partiamo rimarcando che dal 2008 i quartieri non esistono più per legge nei comuni sotto i 100 mila abitanti, ma la loro sussistenza è frutto di una scelta politica, e se le amministrazioni comunali l’hanno fatta, significa che credono che i quartieri possano essere utili e quindi intendono metterli nelle condizioni di esserlo".

I quartieri sono di fatto o solo sulla carta intermediari tra cittadini e Comune?

"Di fatto. I consiglieri sono sentinelle sul territorio, captano esigenze e criticità e si adoperano per far sì che si intervenga per farvi fronte e, allo stesso tempo, elaborano proposte e progettualità volte a migliorare la vita della loro comunità di riferimento".

Come si è avviato il percorso che porterà alle elezioni?

"Sto completando gli incontri con i consigli di quartiere dove sto trovando consiglieri motivati e propositivi. L’intendimento è di raccogliere suggerimenti e sollecitazioni da parte loro, così come da tutti i gruppi consiliari, seguendo un preciso percorso presentato al Collegio dei Presidenti e in commissione consiliare. Il lavoro proseguirà nel mese di aprile con il coinvolgimento delle scuole e delle realtà associative della città".

I giovani in che modo partecipano alla vita del quartiere?

"Si può e si deve fare di più per attirarli e l’obiettivo è quello di coinvolgere attivamente le scuole superiori per proporre moduli di educazione civica in cui si affrontino i temi del funzionamento delle istituzioni locali e anche dei quartieri, con incontri in classe o in comune. Dai giovani possiamo ottenere molto, ma occorre confrontarsi con loro e soprattutto bisogna ascoltare le loro idee".

Ha accennato a due o tre funzioni per i nuovi quartieri. Può entrare nel merito?

"Penso al presidio sociale a favore della comunità, alla promozione di iniziative per rafforzare lo spirito di comunità, un bell’esempio è rappresentato dal progetto ’Quartieri in pista’, che sta riscuotendo tante adesioni. Aggiungo come funzione la messa a disposizione di servizi sanitari assai richiesti come l’infermiere di quartiere e, laddove ci sia carenza di servizi, anche del medico di base".

In tre quartieri, Cesuola, Cervese Sud e Borello, sono stati istituiti gli hub di comunità con la fornitura di vari servizi comunali decentrati e anche di servizi sanitari. Si proseguirà la sperimentazione anche negli altri quartieri?

"Gli hub di comunità sono stati finora un’esperienza molto apprezzata dai cittadini e l’intento è di proseguire soprattutto nei quartieri più periferici e meno serviti".