
L’assessore Lorenzo Plumari alla presentazione di ’Quartieri in pista’
"Bisogna individuare due o tre, comunque poche ma concrete, funzioni chiare e rilevanti che definiscano i quartieri nel nuovo regolamento che verrà redatto in vista delle prossime elezioni". Ad affermarlo è Lorenzo Plumari, assessore al ramo, che sta conducendo il percorso che il prossimo autunno porterà alle urne i cesenati per eleggere i nuovi consigli dei 12 quartieri cittadini.
Assessore Plumari, la domanda eterna che si pongono i cesenati è "a che cosa servono i quartieri"?
"Partiamo rimarcando che dal 2008 i quartieri non esistono più per legge nei comuni sotto i 100 mila abitanti, ma la loro sussistenza è frutto di una scelta politica, e se le amministrazioni comunali l’hanno fatta, significa che credono che i quartieri possano essere utili e quindi intendono metterli nelle condizioni di esserlo".
I quartieri sono di fatto o solo sulla carta intermediari tra cittadini e Comune?
"Di fatto. I consiglieri sono sentinelle sul territorio, captano esigenze e criticità e si adoperano per far sì che si intervenga per farvi fronte e, allo stesso tempo, elaborano proposte e progettualità volte a migliorare la vita della loro comunità di riferimento".
Come si è avviato il percorso che porterà alle elezioni?
"Sto completando gli incontri con i consigli di quartiere dove sto trovando consiglieri motivati e propositivi. L’intendimento è di raccogliere suggerimenti e sollecitazioni da parte loro, così come da tutti i gruppi consiliari, seguendo un preciso percorso presentato al Collegio dei Presidenti e in commissione consiliare. Il lavoro proseguirà nel mese di aprile con il coinvolgimento delle scuole e delle realtà associative della città".
I giovani in che modo partecipano alla vita del quartiere?
"Si può e si deve fare di più per attirarli e l’obiettivo è quello di coinvolgere attivamente le scuole superiori per proporre moduli di educazione civica in cui si affrontino i temi del funzionamento delle istituzioni locali e anche dei quartieri, con incontri in classe o in comune. Dai giovani possiamo ottenere molto, ma occorre confrontarsi con loro e soprattutto bisogna ascoltare le loro idee".
Ha accennato a due o tre funzioni per i nuovi quartieri. Può entrare nel merito?
"Penso al presidio sociale a favore della comunità, alla promozione di iniziative per rafforzare lo spirito di comunità, un bell’esempio è rappresentato dal progetto ’Quartieri in pista’, che sta riscuotendo tante adesioni. Aggiungo come funzione la messa a disposizione di servizi sanitari assai richiesti come l’infermiere di quartiere e, laddove ci sia carenza di servizi, anche del medico di base".
In tre quartieri, Cesuola, Cervese Sud e Borello, sono stati istituiti gli hub di comunità con la fornitura di vari servizi comunali decentrati e anche di servizi sanitari. Si proseguirà la sperimentazione anche negli altri quartieri?
"Gli hub di comunità sono stati finora un’esperienza molto apprezzata dai cittadini e l’intento è di proseguire soprattutto nei quartieri più periferici e meno serviti".