
La Soprintendenza archeologica sta avviando gli accertamenti dopo l’emersione di reperti antichi sul tracciato del metanodotto.
Cesena, 26 febbraio 2025 – Il futuro si scontra con il passato. E deve cambiare strada.
Interruzione dei lavori del gasdotto Snam
In questi giorni si sono fermati i lavori in corso per la rete di realizzazione del tanto discusso gasdotto Snam Sestino-Minerbio che attraversa anche il territorio cesenate nell’ambito del tracciato sulla dorsale adriatica destinato a percorrere tutto il Paese.
Nella zona di Diegaro le ruspe sono in effetti parcheggiate in seguito a un ritrovamento archeologico di epoca romana emerso proprio lungo il percorso che avrebbe dovuto seguire l’infrastruttura. "La scoperta – spiega la funzionaria della Soprintendenza Archeologica Romina Pirraglia – è avvenuta prima del vero e proprio passaggio del cantiere, secondo un iter ormai collaudato pensato per ottimizzare i tempi e ridurre i rischi. Nel caso specifico, trovandoci davanti a un’opera mastodontica, che attraversa peraltro una fetta significativa del nostro territorio tra l’area cesenate e quella forlivese, avevamo predisposto dei sondaggi preventivi in posizioni strategiche".
Dettagli del ritrovamento
Nello specifico, in quell’area erano previsti scavi piuttosto profondi per la realizzazione di opere legate al gasdotto. Non che in ogni caso fosse necessario arrivare a chissà quale profondità, dal momento che gli affioramenti sono emersi già nel corso dei primissimi interventi a ridosso della superficie. Si tratterebbe appunto di reperti di epoca romana, sia riconducibili a ceramiche e a tracce di edilizia.
"E’ davvero troppo presto per sbizzarirsi – ancora la voce della Soprintendenza – anche perché il metodo della ‘fanta – archeologia’ non ci appartiene. Restiamo ai dati di fatto, il primo dei quali è legato alla posizione geografica dell’area, vicina alla via Emilia e dunque fin dall’ epoca romana certamente molto frequentata. I ritrovamenti si sviluppano su un’estensione piuttosto ampia, che verrà a questo punto interessata dai nostri scavi e dagli approfondimenti necessari. Questo però non significa che serviranno lunghi tempi di attesa, anzi".
Soluzioni per il proseguimento dei lavori
Nei giorni scorsi è già stato effettuato un sopralluogo congiunto tra la Soprintendenza e i rappresentanti di Snam, che sono ovviamente già avvezzi a contesti analoghi coi quali hanno dovuto fare i conti nell’ambito dei loro interventi. La soluzione che verrà adottata sarà quella di ridefinire il tracciato del gasdotto in quello specifico punto, con l’intento di collocare i tubi in un’area nella quale non sono stati individuati reperti. Area che sarebbe già stata individuata grazie ai sondaggi.
"Da parte di Snam abbiamo colto ampia disponibilità al confronto e anche la Soprintendenza è ben consapevole dell’importanza di trovare soluzioni in tempi rapidi: il grande intervento in corso di realizzazione è legato a fondi del Pnrr, che prevedono scadenze ben precise. E stringenti (l’inizio del 2026, ndr)".
A incentivare a procedere velocemente c’è anche un altro aspetto: il rischio che qualche ‘cercatore di tesori’ voglia intrufolarsi all’interno del cantiere per andare a caccia di cimeli. Ovviamente l’area in questione è recintata e l’accesso agli scavi è vietato, ma il monitoraggio del sito potrebbe anche diventare costante, con la presenza di strumentazione atta a scongiurare indebite intrusioni.
Soltanto una volta che gli approfondimenti degli addetti ai lavori saranno stati effettuati, sarà chiara l’entità del ritrovamento e si potrà dunque valutare come comportarsi in relazione a ciò che è stato scoperto. Un altro importante lembo del passato potrebbe tornare a noi. A beneficio di tutti.