Cesena, scuola senza voti. L'esperienza del Monti in un libro

La docente: "Studenti molto più sereni"

Sonia Bacchi

Sonia Bacchi

Cesena, 23 giugno 2019 -Una scuola senza voti è possibile. Lo ha dimostrato l’esperienza del liceo Monti che, in collaborazione con l’Università di Bologna, ha dato vita al progetto di didattica innovativa ‘Ben-essere a scuola’. Ora questa sperimentazione, è raccontata nel numero 48 de ‘I Quaderni della Ricerca’, edito pochi giorni fa da Loescher. Gli autori sono Sonia Bacchi, docente di Lettere del Monti, e Simone Romagnoli, professore a contratto di Psicologia del Campus di Cesena. Mentre proprio in questi giorni, campeggiano sulle vetrate degli istituti i voti di migliaia di studenti, il libro è un contributo al dibattito culturale e pedagogico italiano e racconta di una scuola diversa.

Bacchi, come è avvenuta la sperimentazione?

L’esperienza è stata condotta nell’anno scolastico 2016-2017 in una classe prima del Liceo delle Scienze Umane, un indirizzo del liceo Monti. I docenti di tutte le discipline hanno sostituito il voto tradizionale, in decimi, con un metodo di valutazione alternativo, supportati da alcuni esperti della Scuola di Psicologia”.

Senza voti come si fa a valutare uno studente?

"I ragazzi sono stati valutati per competenze, in linea con i più recenti studi pedagogici. Durante l’anno gli studenti e i genitori non hanno ricevuto voti, se non alla fine dei due quadrimestri così come impone la legge italiana”. Qual è l’obiettivo?"

Il benessere degli studenti, condizione per realizzare se stessi: è il compito della scuola”.

E perché eliminare i voti?

“Il voto rappresenta un ostacolo alla percezione di benessere: produce negli studenti un senso di minaccia che si traduce in ansia da prestazione, paura di fallire, tensione con genitori e docenti, tendenza a identificarsi con un numero. Il voto finisce per distogliere energie dal compito che il ragazzo è chiamato a svolgere ossia imparare. Così è nata la decisione di sperimentare una scuola del benessere, utilizzando un sistema di valutazione alternativo”.

Studenti e genitori come hanno vissuto questa novità?

Inizialmente non è stato facile, ma poi studiando per il piacere di imparare, non perché costretti o ripagati da un voto, ed evitando il confronto con i compagni, sono migliorati anche i rapporti con i genitori e gli insegnanti”.

Lei insegna da oltre vent’anni, davvero pensa che una scuola senza voto, in Italia, sia possibile?

Non solo è possibile, ma è auspicabile. A un’educazione che fa di individualismo e competizione la principale spinta motivazionale, a conferma del modello sociale corrente, il progetto ha contrapposto la proposta di una pedagogia e di una scuola basate sulla gratuità, sul valore centrale della persona, sul piacere di imparare e di insegnare. Mi auguro che questa nostra esperienza si estenda ad altre realtà”.