
Giancarlo Severi mentre sfoglia le pagine del libro dedicato alla Nove Colli
Quarant’anni fa la Nove Colli, classica gran fondo in cima ai sogni di moltissimi cicloturisti che lasciano da parte la seconda parte della definizione per sostituirla con agonisti, si tinse dei colori cesenati con la vittoria di Giancarlo Severi, storico socio del Panathlon Club Cesena, che allora aveva 35 anni e di mestiere faceva il geometra.
L’anniversario in effetti è attualissimo, visto che domenica all’alba migliaia di turisti si daranno nuovamente appuntamento dietro la linea di partenza a Cesenatico per partecipare all’edizione 2025 della manifestazione che richiama appassionati da tutto il mondo.
"Il ciclismo è sempre stata la mia passione - racconta - cominciai da ragazzino, prima gli esordienti, poi gli allievi, ma caddi a Verucchio massacrandomi un ginocchio, e dovetti attaccare la bicicletta al chiodo. La ripresi a 32 anni, la passione per la bicicletta non si dimentica mai, e cominciai ad allenarmi insieme ad alcuni amici: una corsa tira l’altra, con l’obiettivo fisso alla classicissima Nove Colli".
L’impegno pagò.
"Partecipai nell’84, ma non riuscii ad arrivare in fondo, per cui decisi di ritentare l’anno dopo con una preparazione più intensa".
Come andò?
"Bene, anzi benissimo: arrivai primo assoluto!".
E poi?
"Continuai a vincere: 1986, 1987 e poi 1991, quando arrivammo primi a pari merito in sei e io stabilii il mio record personale, 6 ore e 7 minuti, anche se sul libro pubblicato in occasione dei 50 anni della Nove Colli viene riportato il tempo di 6 ore e 10 minuti".
In totale?
"Dieci partecipazioni con cinque vittorie assolute e una di categoria B (over 36)". Quali erano i suoi punti di forza? "Andavo bene in salita, ma soprattutto ero un gran passista".
Ha fatto altre gran fondo?
"Sì, La Marmotte Alpes in Francia e una a Cuneo".
Cos’è per lei la Nove Colli? "Un’esperienza straordinaria, arrivare al traguardo dà un’emozione incredibile. Per un ciclista amatoriale portarla a compimento è come prendere una laurea".
Domenica dove sarà?
"Non ho ancora deciso, probabilmente a Sogliano con alcuni amici. Sarà anche un modo per ringraziare la buona sorte che ho avuto nel settembre scorso, quando sono stato colto da malore a Cesenatico e all’ospedale Bufalini mi hanno diagnosticato due aneurismi, uno al capo e l’altro alla carotide: mi sono sentito sfiorare dalla morte, ma le cure del personale del reparto di Neuroradiologia mi hanno rimesso in forma e dopo due mesi ho ricominciato ad andare in bici, anche su consiglio dei sanitari. Li ringrazio con tutto il cuore".