
Immagine di una ragazza che gioca a calcio
Non te ne eri accorta, ma lui, intanto, nella sua mente pensava a come prenderti in giro. Alla fine è arrivata la frase che da lui non ti saresti mai aspettata: "Il calcio non è uno sport per femmine!". All’inizio non hai detto nulla perché ci sei rimasta male, anche se lo hai nascosto con un sorrisetto, poi hai ribattuto e hai detto: "Non è vero!", ma lui, poiché è un testardo, era molto convinto di quello che aveva detto. Dopo un po’, stanca di sentirti dire per l’ennesima volta e dall’ennesima persona che il calcio è uno sport per maschi, gli hai chiesto se fosse disposto a fare una partita contro di te, uno contro uno. Lui ha accettato. Sei partita benissimo, ma ad un certo punto lui ti ha rubato la palla ed è riuscito, nel giro di poco, a metterla in rete per tre volte di seguito. Stava vincendo lui! Dovevi darti da fare, perché il tempo scorreva. Allora hai deciso di metterci tutto l’impegno possibile e hai fatto un gol, poi ne hai fatto un altro e ancora un altro, arrivando al pareggio. Nella tua testa una voce continuava a ripeterti: "Se pareggi, lui continuerà a prenderti in giro; devi vincere perché la smetta". Dopo poco, hai fatto anche il quarto gol e l’hai lasciato senza parole. A partita finita, avete fatto pace e siete tornati a casa insieme. Ah, è vero, non l’ho detto: il lui di questa storia è tuo fratello. Sofia Manoli, 1ª G Scuola Giulio Cesare di Savignano sul Rubicone