
Tiberio Calbucci è arrivato in Austria dopo aver disputato due stagioni a Milano
"Cercare la perfezione, per toccare l’eccellenza". Quando il tuo coach la mette giù così, la strada che ti aspetta di certo non si annuncia semplice. Ma per chi ama la competizione, inseguendo sogni col cuore in mano e il coltello tra i denti, è difficile trovare di meglio. Vale anche per Tiberio Calbucci, 25enne cesenate da poco approdato tra le fila dei ’Tirol Raiders’ di Innsbruck, impegnati nell’Eurolega di football americano, lo sport al quale Calbucci da 14 stagioni sta dedicando tutto se stesso.
"Sono contento del mio percorso - commenta - iniziato in seconda divisione e proseguito in prima, in Italia. Poi ho aggiunto un’esperienza in Danimarca e il debutto in Eurolega, arrivato due stagioni fa con la maglia di Milano. Ora il club lombardo ha ritracciato il suo percorso e così io mi sono guardato intorno in cerca di alternative che mi permettessero di continuare a competere ai massimi livelli. Avevo richieste anche dall’Europa del nord, ma ho scelto l’Austria e sono entusiasta di averlo fatto".
Il torneo è supercompetitivo: oltre quello ci sono solo la lega canadese e l’Nfl a stelle e strisce. Dopo tre giornate, due vittorie e una sconfitta di misura, domani Calbucci e i suoi Raiders se la vedranno con Vienna, nel derby nazionale e contro una squadra di primissima fascia, che lo scorso anno è arrivata seconda in Eurolega. Ad aspettarlo ci sarà, tra gli altri, anche Rocco Zucchelli, atleta ferrarese amico di Calbucci e suo compagno in nazionale.
"Sarà una grande giornata, in una cornice di pubblico incredibile. I tifosi ci riconoscono e ci fermano per strada. E’ bellissimo, fuori e dentro al campo, dove nessuno fa sconti a nessuno. E’ football e a football si gioca duro. Lo so bene io, che ho rimediato un serio infortunio alla mandibola che mi ha fatto passare momenti difficili, fortunatamente ormai alle spalle".
Per essere competitivi serve essere sempre al massimo: il campionato è lungo e risparmiarsi non è un’opzione. "Il football americano è uno stile di vita nel quale mi identifico appieno. Il nostro obiettivo sono i playoff e battere Vienna nella gara alle porte potrebbe essere un ottimo biglietto da visita".
Figlio d’arte, suo padre è Alberto Calbucci, pure lui una vita nel mondo del football americano. "Non lo seguo più - Alberto sorride - lo guardo in tv, su Dazn. Ascolto il telecronista che lo chiama e quando le telecamere vanno lì, sulla linea di scrimmage, lo trovo in difesa, ad aspettare lo snap. Vedo il nome sulla maglia e lo vedo che si tuffa verso chi ha la palla, per fermarlo. Vedo i placcaggi, vedo gli applausi. Quello del linebacker non è un ruolo facile, serve avere la pelle davvero dura. Era anche il mio ruolo. Ora è il suo. Ci sa fare. Eccome se ci sa fare".