
di Annamaria Senni
Mentre il governo impone nuove restrizioni ai non vaccinati per l’accesso ai locali pubblici, c’è una parte del popolo No vax che non ci sta e si ribella. Per farlo si affida al web dove i post su Facebook in questi giorni si moltiplicano. Tante le persone che non sono disposte a scendere a compromessi. "Cerco un lavoro diverso – scrive un cesenate ventenne – che si allontani dal modello richiesto dal sistema che ci considera dei Qrcode". L’allusione, è facile capirlo, è all’esibizione del green pass, obbligatoria nel luogo di lavoro. Le notifiche arrivano continue anche sulle chat di whatsapp e di Telegram e proprio qui, nella chat ‘Bologna No Green pass’ troviamo anche nominativi di locali cesenati dove non sarebbe richiesta ai clienti l’esibizione del certificato verde. Ma i diretti interessati assicurano di essere finiti lì a loro totale insaputa.
Nella mappa c’è una lista completa ed aggiornata di locali, studi medici, palestre, piscine, bar, ristoranti ed esercizi commerciali ‘graditi’ ai No green pass. Ma, andando a sondare caso per caso, i gestori dichiarano che non hanno alcuna intenzione di violare il decreto che rende il certificato obbligatorio, neppure per le festività natalizie. "Ci hanno messo in un sito No green pass? Non mi so spiegare come sia possibile, ma sono cose che possono succedere – dicono dall’agriturismo Capra e Cavoli di Montiano – i clienti ci cercano e chi viene senza green pass lo facciamo accomodare in una veranda all’aperto. Quando c’è stato il primo lockdown ho tenuto aperto e ho subito delle sanzioni. Non avevo scelta, ho inaugurato il locale il 12 febbraio del 2020 e ho chiuso l’8 marzo. Neanche un mese di apertura, mi hanno distrutto a livello economico. Ma ora non possiamo trasgredire le regole, perché c’è un decreto legge che ci taglia le gambe. Appartengo al movimento politico ‘Io apro’ e lotteremo per salvare le nostre attività. Al momento cerchiamo soltanto l’appoggio dei cittadini". Quindi il super green pass è inutile? "Il Natale non si salva in questo modo – continuano - siamo tutti d’accordo che questo green pass aiuta solo a distruggere l’economia, sul vaccino invece non ci siamo mai pronunciati".
Un’altra struttura ricettiva indicata fino a ieri nella mappa di ‘Bologna no green pass’ è la pizzeria Oasi di San Mauro Mare, ma anche loro giurano di non essersi mai iscritti. Siete no vax? "Ma va là – assicura il gestore – assolutamente no. Qui dentro siamo tutti vaccinati. Mi ero accorto che eravamo finiti in quella lista ma neanche mio figlio sapeva niente. Abbiamo provato a cancellarci ma non siamo stati capaci. Io ho una clientela fissa e nessuno entra senza green pass. Certo si andava meglio quando non c’era quest’imposizione del certificato verde, l’estate per esempio abbiamo lavorato tantissimo, ce ne fossero di estati così". Quindi è obbligatorio il green pass per entrare in pizzeria? "Certo. Il 90 % dei nostri clienti ce l’ha – prosegue – ho avuto delle difficoltà perché a volte venivano dei gruppi di persone e mi dicevano che uno solo non aveva il green pass e fino ad ora abbiamo utilizzato la veranda esterna, ma adesso è freddo e non sarà più possibile". Anche da Erik’s bar non sanno spiegarsi come sia possibile che il loro nome sia stato inserito nella chat ‘no green pass’. "Non ci siamo mai iscritti – spiegano – la gente che frequenta il locale è vaccinata o col tampone, certo è che questo decreto salva Natale ci penalizza ancora di più. Dobbiamo lavorare tutti ed è difficile". Purtroppo nell’elenco c’è anche chi non ha resistito e ha dovuto chiudere e, comprensibilmente, non ha voglia di dare troppe spiegazioni. "Ho chiuso un mese fa – dicono da Peacock Cafè – dopo un anno e mezzo di Covid non ce la facevamo più".