La truffa delle mascherine cinesi: 5 imputati davanti al giudice

Passaggio cruciale per l’inchiesta sulle forniture all’Ausl Romagna. Mancherà però Gianluca Pini

Al centro Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega Nord dal 2006 al 2018 e due degli imputati: Giancarlo Minenna (direttore Agenzia Dogane) e Gianluca Fiore (autorasportatore)

Al centro Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega Nord dal 2006 al 2018 e due degli imputati: Giancarlo Minenna (direttore Agenzia Dogane) e Gianluca Fiore (autorasportatore)

Cesena, 19 marzo 2024 – Arriva a un punto fermo l’inchiesta giudiziaria sulla fornitura all’Ausl Romagna di un’ingente quantità di mascherine di fabbricazione cinese: oggi dovranno presentarsi davanti al giudice per le indagini preliminari Ilaria Rosati cinque persone coinvolte a vario titolo nella vicenda.

Dalla compagine mancherà il protagonista principale della vicenda, l’ex parlamentare della Lega Nord Gianluca Pini che, attraverso la società Codice che ha sede a Fusignano, in provincia di Ravenna, all’inizio della pandemia da Covid 19 aveva fornito all’Ausl Romagna in diversi lotti oltre quattro milioni di mascherine fabbricate in Cina, con caratteristiche non conformi ai requisiti richiesti e munite di certificazioni contraffatte, per un importo complessivo di tre milioni e mezzo di euro. Ogni mascherina, quindi, costava circa 80 centesimi di euro, un prezzo molto alto, ma va tenuto conto che in quel periodo le mascherine erano praticamente introvabili.

Gianluca Pini, che ha da poco compiuto 51 anni, fu arrestato il 22 giugno 2023 con l’accusa di truffa ai danni dell’Ausl Romagna, corruzione e altri reati collegati; uscì dal carcere dopo un paio di settimane perché il Tribunale del riesame ritenne sufficiente la detenzione domiciliare, e successivamente fu scarcerato con obbligo di firma. Era stato deputato dal 2006 al 2018 facendo parte nell’ultima legislatura del gruppo parlamentare Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini. Particolare curioso: per un breve periodo del 2014 ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo.

Secondo l’accusa nei primi mesi del 2020, quando scoppiò la pandemia e le mascherine di ogni tipo erano diventate introvabili, Pini avrebbe fornito all’Ausl Romagna oltre quattro milioni di mascherine prodotte in Cina per un importo 3,5 milioni di euro, e per farlo avrebbe utilizzato documentazione falsa poiché le mascherine non avevano i requisiti e la certificazione richiesti per la protezione dal Covid. In questo troncone dell’inchiesta Pini – ora imprenditore nel campo della ristorazione – avrebbe avuto rapporti con Gianluca Prati, responsabile del Magazzino di Pievesestina dell’Ausl Romagna, e Marcello Minenna, potente dirittore dell’agenzia delle Dogane.

A fine 2023 il suo avvocato difensore Carlo Nannini di Forlì ha concordato con le procure della Repubblica di Forlì e Bologna (oltre a quella forlivese c’era anche un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bologna per traffico di droga) l’applicazione di una pena (con la sospensione condizionale) di due anni di reclusione, tre anni e cinque mesi di interdizione dai pubblici uffici e incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. L’accordo recepito dai giudici per chiudere i conti con la giustizia prevedeva inoltre la confisca di 800.000 euro già sequestrati a Pini e alle sue società durante le indagini insieme ad altri beni mobili e immobili per complessivi 4,6 milioni di euro.

Davanti al giudice per le indagini preliminari, quindi, compariranno Gianluca Fiore, 46 anni, autotrasportatore forlivese, difeso dall’avvocato Marco Martines di Forlì; Gianluca Prati, 50 anni, di Forlì, responsabile del magazzino unico dell’Ausl Romagna di Cesena, difeso dagli avvocati Giovanni Maio e Alessandro Monteleone di Cesena; Marcello Minenna, 52 anni, già direttore dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, attualmente assessore all’Economia e Finanze della Regione Calabria, difeso dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Roberto D’Atri di Roma; Sergio Covato, 63 anni, di Ravenna, difeso dall’avvocato Carlo Benini di Ravenna, e Bruno Ciuccoli, 61 anni, autotrasportatore cesenate, difeso dall’avvocato Anna Salvatore di Forlì.