FRANCESCA MONTUSCHI
Cronaca

‘Unica’ cede le reti idriche: "Più fondi sul territorio"

Il presidente Stefano Bellavista spiega l’operazione di conferimento a Romagna Acque: "Soluzione efficace per far fronte al bisogno di investimenti".

Stefano Bellavista, presidente di Unica Reti

Stefano Bellavista, presidente di Unica Reti

Le cinque aziende a partecipazione pubblica, proprietarie delle reti idriche nelle province romagnole (Amir a Rimini, Sis a Cattolica, Unica Reti a Forlì-Cesena, Ravenna Holding a Ravenna e Team Spa a Lugo) si avviano ad essere incorporate in Romagna Acque. Una operazione che sta facendo discutere, ma dei cui benefici è certo Stefano Bellavista, presidente di Unica Reti, società partecipata dai 30 comuni della provincia di Forlì-Cesena (con Livia Tellus al 51%) proprietaria delle reti idrica e del gas. "L’incorporazione – spiega Bellavista – rappresenta una soluzione efficace ed economicamente efficiente per far fronte a fabbisogni crescenti di investimenti, che le evidenze dei cambiamenti climatici hanno reso sempre più urgenti, rispetto ad uno scenario nel quale sia il solo il gestore del servizio idrico a finanziarli. Inoltre - e parlo per Forlì e Cesena - così potrebbe andare a sanarsi la situazione dovuta al mancato riconoscimento dell’ammortamento sulle tariffe. Il meccanismo genera infatti un incremento delle somme rese disponibili per il territorio provinciale, dagli attuali 12 a 20-21 milioni di euro".

Primo aspetto da chiarire: parliamo di cessione o conferimento? Se si tratta della seconda ipotesi, non vi è forse il rischio di uno sbilanciamento nella nuova compagine, con una riduzione del peso per la provincia di Forlì-Cesena?

"Le imprese verranno apportate in Romagna Acque in cambio di quote nel capitale della società conferitaria. Per evitare che il peso delle province di Rimini o Ravenna possa aumentare, e in modo da lasciare quindi in Romagna Acque lo stesso equilibrio storico-politico consolidatosi nel tempo, gli attuali soci di Romagna Acque hanno deliberato di dare alle azioni emesse in seguito a questo conferimento speciale un titolo vincolante, ovvero quelle azioni non produrranno diritti di voto".

E non avremo nessuna futura privatizzazione?

"No. Stiamo parlando di società a partecipazione completamente pubblica. La differenza che intercorre tra Romagna Acque e Unica Reti è che della prima fanno parte come soci tutti i comuni della Romagna, mentre della seconda fanno parte solo i comuni della provincia di Forlì-Cesena. Romagna Acque ha nominato un perito per la valorizzazione degli assets e per la determinazione dei valori di concambio".

Quali sono i prossimi step?

"Per attualizzare la discussione, le cinque originarie società patrimoniali stanno definendo i valori di concambio, tenendo conto del fatto che ogni anno il patrimonio si muove. Entro l’anno i comuni saranno chiamati a deliberare; si tratterà in molti casi di una doppia espressione di volontà: la prima sullo spossesso delle azioni dalla loro società patrimoniale, la seconda sul conferimento in Romagna Acque". Con un’unica società delle reti idriche romagnole si avrà anche una omogeneizzazione delle tariffe?

"Questo no. La tariffa è deliberata da Atersir e tiene conto di varie componenti. Sul costo in bolletta per l’utente finale incidono molteplici fattori, non immediatamente percepibili dal consumatore, come ad esempio i costi per captazione, i costi di depurazione e gli investimenti, che possono variare in modo significativo da territorio a territorio. Ad influire sulle tariffe sono soprattutto i dati storici, e Rimini storicamente ha sempre avuto un costo più basso".

Si sta prospettando, quindi, uno scenario nel quale Unica Reti potrebbe perdere la proprietà della rete idrica, ma manterrebbe quella del gas?

"Esatto. Unica Reti è una società agile con tre dipendenti; negli ultimi 12 anni abbiamo distribuito 52 milioni di euro come dividendi e il bilancio 2024 si è chiuso con un utile di oltre cinque milioni di euro, derivanti principalmente dalla voce gas. Il prossimo bilancio di Unica sarà ancora migliore perché recupereremo tre milioni, cioè gli ammortamenti della rete idrica che non pagheremo più".