25 Aprile Cesena: la Resistenza di Tonino Guerra e gli altri poeti

Nel libro ‘L’isola dei poeti’ (Il Ponte Vecchio), Francesco Ciotti ripercorre la storia della Liberazione in Romagna attraverso le voci dei suoi cantori illustri

L'isola dei poeti

L'isola dei poeti

Cesena, 24 aprile 2021 -“I ragazzi di oggi non chiedono o non trovano adulti che rispondano; così, assieme alla memoria, si può perdere la libertà, che, come diceva il partigiano Enzo Biagi, va ogni volta difesa e riconquistata”. Senza domane, sembra suggerire Francesco Ciotti ex medico pediatra e scrittore convincente, nel suo ultimi libro ‘L’isola dei poeti’ (Edizioni Il Ponte Vecchio), a cui questo incipit appartiene, anche una ricorrenza come quella di domani, anniversario della liberazione d’Italia, per i ragazzi può diventare semplicemente un avvenimento offuscato dalla nebbia di un passato estraneo. Che ne sarà di quella memoria (e di quei valori…) ora che i testimoni e gli attori di quella fase sanguinosa ed eroica della nostra storia stanno scomparendo? Francesco Ciotti s’inventa un impianto didascalico, originale e di amena letteratura, che attraverso il racconto testimoniale rimette sotto la luce vicende note e meno note partendo proprio dalle domande di un bambino. ‘Racconti per tutte le età’ sbandiera ammiccante il sottotitolo e di racconti, porte che si aprono sullo stesso scenario, ce ne sono sette. Ma ciò che rende singolare la cornice sono le voci narranti, anticipate da un altro sottotitolo ‘La Resistenza e i poeti del Circolo del Giudizio’. Lo scenario infatti è quello di Santarcangelo negli anni ‘60, le voci quelle dei poeti - oggi tutti scomparsi - che qui fiorirono in quegli anni e che i santarcangiolesi collocarono nel cosiddetto ‘Circolo del Giudizio’, ossia personaggi geniali ma bonariamente definiti un po’ picchiatelli: Tonino Guerra, Gianni Fucci, Giuliana Rocchi, Flavio Nicolini, Nino Pedretti, Raffaello Baldini . I sei sono attorno ad un tavolo in un pomeriggio sereno a discorrere di poesia ma ecco che sulla scena irrompono due figure chiave, un bambino e un grande vecchio. Le domande e le risposte. Chi domanda è Fausto, “un ragazzetto, timido, muto, ma orgoglioso di sguardo”. È il nipote di Tonino (tutti i personaggi che danno voce al loro racconto sono nominati solo per nome) e vuole sapere se al nonno viene ancora voglia di mangiare le farfalle come quando era nel campo di concentramento. E il nonno, tra uno sbuffo e l’altro degli altri suoi sodali, racconta, così come fanno, passandosi il testimone, tutti i poeti attorno al tavolo. C’è anche Giuliana “poetessa per passione, non per mestiere” che però passa di corsa nella pausa del lavoro sbertucciando un po’ quegli “intellettuali con la sinistra e nullafacenti con la destra”. Nelle loro parole, accorate, dolorose, orgogliose, scorre l a storia della Resistenza tra l’Uso, il Rubicone e la regia ferrovia Sabauda , con i suoi episodi truci, il desiderio di libertà che brucia nel petto, la pena per chi è stato sacrificato nel perseguire il sogno di un mondo migliore. Chiude la file Achille Franchini, grande medico che la storia ricorda per aver salvato numerosi ebrei. Ma perché l’isola dei poeti, cosa c’entra l’isola con l’abitato di Santarcangelo abbarbicato alla sua rocca a pennone? “Perché la collina di Santarcangel o - scrive l’autore - è come un’isola che può permettere al nostro popolo di conservare la sua natura bizzarra e allegra, di tenere aperti gli uni agli altri porte e dialetto”: