Si ‘estingue’ la dinastia Righi: chiude l’ultimo negozio di scarpe

Cesena: gestito da 25 anni in piazza Albizzi dalle sorelle Antonella e Michela. La nonna avviò l’attività in via Zeffirino Re proseguita dai figli a Cesenatico e Milano Marittima. "Lasciamo a marzo, dopo il Covid troppe difficoltà"

Antonella e Michela Righi nel negozio di piazza Albizzi aperto 25 anni fa e che chiuderà alla fine di febbraio dopo la vendita promozionale per cessata attività

Antonella e Michela Righi nel negozio di piazza Albizzi aperto 25 anni fa e che chiuderà alla fine di febbraio dopo la vendita promozionale per cessata attività

Cesena, 7 dicembre 2023 – Dopo la boutique Midali, che dopo tre anni ha lasciato la piazza di Cesena, il 29 febbraio dell’anno prossimo cesserà l’attività di un altro negozio di alta qualità e reputazione, ben più radicato in città: Fratelli Righi, calzature, accessori e abbigliamento in piazza Albizzi, che domani avvierà la vendita promozionale sino al giorno della chiusura e sarà aperto tutti i giorni tranne il govedì pomeriggio con aperture straoridnarie l’8, il 10, il 17, il 24 e il 31 dicembre. La maratona finale. In centro storico sono ormai un’ottantina i negozi sfitti.

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Calzature Righi serve una clientela affezionata e fidelizzata e lascerà un vuoto in città dove ha operato per 25 anni. Titolari sono le sorelle Antonella, 53 anni e Michela Righi, 50, figlie di Giampaolo titolare di un negozio di calzature a Milano Marittima chiuso nel 2011, e nipoti di Dalmazio Righi, anch’egli commerciante di calzature che chiuse nel marzo 2017 lo storico negozio in via Zeffirino Re a Cesena, che ha condotto con la moglie Carla. Capostipite della dinastia fu la loro mamma, ambulante con la bancarella di scarpe in piazza.

Ad aprire il negozio in via Zeffirino Re pensaromo i figli, poi altri punti vendita fiorirono a Milano Marittima e Cesenatico, in seguito ceduti, e l’ultimo avamposto è stato il negozio in piazzetta Albizzi che si avvia alla chiusura. Le sorelle Antonella, 53 anni e Michela, 50, sono compassate nello spiegare le ragioni che le hanno indotte a interrompere anzitempo la loro avventura commerciale.

"Premesso che questo per noi non è un semplice lavoro, ma c’è in ballo l’amore per il mestiere, per la bellezza delle calzature, per la storia familiare dalla nonna attraverso il babbo e allo zio giunta sino a noi, si è creata una situazione aggravatasi dopo il Covid in cui le difficoltà tolgono le soddisfazioni all’attività commerciale. Incidono il caro costi, lo sviluppo del commercio on line che anche noi abbiamo sviluppato, tuttavia per una piccola attività che vende scarpe non griffate, ma prodotte da artigiani di qualità, è troppo arduo competere. Con noi lavorava anche nostro fratello che poi ha scelto di collaborare con lo stilista Zanotti, sempre nel ramo".

"A nostro padre Giampaolo e allo zio Dalmazio – proseguono – l’abbiamo comunicato solo un paio di giorni fa, prima di fare la pubblicità sul giornale, non abbiamo trovato la forza prima. Le clienti ci stanno tempestando di richieste di recedere dal proposito, vogliono raccogliere delle firme ed è difficile non commuoversi".