Cesena, bisogna tenere sempre i ritmi alti

I bianconeri nella gara persa domenica sono stati travolgenti fin quando hanno spinto. Poi sono calati ed hanno subìto i rivali

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di Gianluca Mariotti

Il momento, poi fatale, è arrivato quando si era da poco superata l’ora di gioco, è stato l’attimo in cui la partita è cambiata profondamente. Decisamente di più di quanto dicono e direbbero le occasioni, con la Carrarese praticamente perfetta nella realizzazione, con due conclusioni e due reti. Per un’ora il Cesena di Mimmo Toscano è stato il vero padrone della partita e alla gara ha scandito tempi e modi, pur mostrando due volti differenti: un primo tempo di coraggio, di spinta offensiva, di corse e cuore in avanti, di assoluto controllo. E se la prestazione ha forse ‘rubato’ meno gli occhi di quella vista una settimana fa contro il Padova è perché, paradossalmente, la Carrarese ha fatto meno dei veneti. Infatti ha lasciato palla e manovra al Cesena, presupposto che non appare essere il primo punto di forza per i bianconeri, molto più letali nelle ripartenze veloci, nell’aggressione e nel recupero della palla alta, nel gettarsi negli spazi. Finendo così per depotenziare le due corsie laterali, soprattutto Zecca che ha mostrato poca precisione e lucidità nelle scelte palla al piede. E non è un caso, allo stesso tempo, che le azioni più belle – il gol e poi l’occasione finale prima dell’intervallo con Calderoni – siano arrivate in transizione rapida.

Però è stato un Cesena, dal 1’ al 45’ minuto, decisamente coraggioso, dallo sguardo offensivo e in grado di alzare costantemente il baricentro. Grazie a Prestia che ha sempre ‘aggredito’ azione ed avversari in avanti, vincendo ogni uno contro uno – di testa o di piede -, al motorino di De Rose, ottimo anello di equilibrio nell’avvicinare la linea di metà campo alla trequarti, alla qualità di Saber che non ha sprecato un pallone, agendo sempre verticalmente. Uno a zero e si torna in campo. Ed è sempre stato un Cesena padrone della partita, seppur con una veste diversa. Palla ora lasciata alla Carrarese controbilanciando il tutto con un pressing avanzato: difesa sempre alta, con Prestia stabilmente a 20-25 metri dalla porta, squadra corta e reparti compatti, molta organizzazione. Ad inizio ripresa, per più di un quarto d’ora, gli avversari hanno iniziato a palleggiare, ma l’hanno fatto utilizzando sostanzialmente il trio di difesa e perdendo il possesso appena cercavano di scavalcare il pressing.

Infine, la terza partita diversa dentro la gara da 90’: l’ultima mezz’ora scarsa, il momento in cui il Cesena ha perso il controllo del joystick della partita, anche in conseguenza delle tante energie spese ad inizio match e ad una condizione ancora da perfezionare. La squadra si è allungata, la cerniera centrale Bianchi-De Rose non è più riuscita a dare equilibrio, l’uscita di Saber ha tolto qualità in possesso, la difesa ha iniziato a schiacciarsi su Lewis. Poteva finire stringendo i denti e soffrendo 1-0, in fondo la Carrarese ha trovato due reti con due conclusioni, ma è il segnale di come bianconeri, almeno al momento, necessitano di tenere sempre alti i ritmi per poter essere superiori. Gara che insegna anche la necessità di essere più cinici: concretizzando il raddoppio sarebbe stato tutto un altro finale, in gestione.