"Il senso di appartenenza sarà l’arma in più"

Stefanelli: "Molti ragazzi pur di aderire a questo progetto hanno rinunciato a qualcosa economicamente. La proprietà punta in alto"

Migration

di Andrea Baraghini

La rivoluzione è scattata all’indomani della disfatta contro il Monopoli che ha chiuso la stagione 20212022 e il ciclo targato Zebi-Viali. Il compito di dare concretezza alle idee e ai progetti della nuova maggioranza americana, per la costruzione della squadra, è stato affidato a Stefano Stefanelli, direttore sportivo giovane ma con alle spalle già alcune esperienze importanti con il Carpi e le giovanili del Napoli, oltre che Vis Pesaro e, la scorsa stagione, Pistoia. Marchigiano di Pergola (provincia di Pesaro-Urbino) 43 anni da compiere ad ottobre, ha nel curriculum anche una discreta carriera da attaccante in squadre di D e C: Fano, Sudtirol, Riccione, Carpi, Pistoiese le tappe più importanti. Tra un allenamento e una partita si è anche laureato in giurisprudenza avviandosi alla professione di avvocato non appena appese le scarpe al chiodo all’età di 35 anni. "L’esperienza come calciatore è servita per formarmi caratterialmente e come competenze – racconta–. Praticamente sono cresciuto a pane e calcio, mio padre è stato un calciatore professionista. Purtroppo l’ho perso che avevo 11 anni, lui ne aveva appena 36, ma la passione per questo sport è rimasta, poi è diventata la mia professione prima sul campo oggi dietro una scrivania".”

Nessun dubbio quindi su cosa fare dopo il ritiro come calciatore?

"Il calcio è la mia vita. Finito di giocare ho cominciato a seguire le partite per conto di amici dirigenti, gratis e senza incarichi. La prima chiamata a Pesaro, poi Carpi con Fabrizio Castori. Ho ancora tanta strada da fare, ma ritengo che questa di Cesena sia per me una grande opportunità”

A proposito di Castori, vi siete sentiti dopo aver ricevuto l’incarico dal Cesena?.

"Mi ha subito chiamato spendendo parole bellissime sulla realtà bianconera. Mi ha trasmesso la sua carica e il senso di cosa significhi fare parte del Cesena"”

Invece il Cesena e Stefanelli come si sono incontrati?

"Ho ricevuto una telefonata dalpresidente Lewis, probabilmente qualche amico in comune gli aveva fatto il mio nome. In precedenza non ci eravamo mai visti. Per un po’ di tempo ci siamo ‘annusati’ a vicenda, poi visto che le idee e i progetti coincidevano siamo arrivati all’accordo".

Subito dopo ha conosciuto mister Toscano , come è il vostro rapporto?

"Schietto e sincero. Lavoriamo a stretto contatto quotidianamente, amiamo dire le cose come stanno ed in maniera diretta. Lui è un grande professionista, i risultati ottenuti parlano da soli, abbiamo le idee chiare e cerchiamo di portarle avanti".

Il mercato è un momento molto delicato e decisivo che incide su tutta la stagione.

"Abbiamo cercato di creare un gruppo solido, un giusto mix di giocatori di esperienza e di giovani. Ci rende orgogliosi che chi è venuto qui lo ha fatto per sposare un progetto, magari rinunciando a qualche cosa in più a livello economico. Giocatori di proprietà e con contratti di più di un anno è stata la strategia per consolidare il senso di appartenenza e far capire che qui c’è un piano sano ed ambizioso".

Parliamo del progetto

"Semplice. La nuova proprietà vuole far crescere questa società e riportarla in fretta nelle categorie che più gli competono, perché appena arrivi in questa realtà capisci subito che Cesena non c’entra nulla con la serie C. Lo avverti dal calore e dalla passione della piazza, dall’organizzazione, percepisci immediatamente la storia di questo club".

Che campionato prevede?

"Come sempre lungo e difficile e pieno di insidie, soprattutto per quelle squadre che hanno intenzione di puntare al salto di categoria".

Facciamo dei nomi.

"Reggiana, Virtus Entella sono le prime che vengono in mente. Io però terrei d’occhio anche il Gubbio e l’Ancona, potrebbero essere loro le outsider che non ti aspetti. Anche noi lavoriamo per essere ambiziosi e competitivi".