Lo stadio senza barriere. Lo stadio gioiello. Lo stadio dove i calciatori segnano e poi vanno a tuffarsi in curva. Lo stadio con la ‘rete salvapalloni’ (foto). Sta facendo molto discutere la decisione del ‘Cavalluccio’ di arginare il problema (non proprio tale) dei palloni che durante il riscaldamento e la gara finiscono tra gli spalti, senza essere poi restituiti. La rete, collocata davanti alla ’Mare’ prima del debutto contro l’Ancona, avrebbe il compito di impedire che le sfere escano dall’area del rettangolo di gioco, venendo così recuperate dagli addetti anche in occasione di calci molto fuori misura.
Fa specie che la decisione sia stata presa da una presidenza statunitense, quando negli Usa questo genere di contatto tra atleti e pubblico è all’ordine del giorno. Infatti è tutt’altro che raro che un giocatore di football festeggi un touchdown regalando la palla a un fan che si sporge dagli spalti. Nessuno è mai andato a chiedere indietro un ovale o una sfera di baseball dopo un fuoricampo. Si chiama fidelizzazione. Serve a scrivere un pezzo di storia che non si acquista con la carta di credito e ad alimentare il mito di uno sport che vive di pathos, aneddoti e passioni da tramandare. Come nel calcio. La fidelizzazione non manda in rosso i bilanci.
Lo pensa anche l’assessore allo sport Christian Castorri: "Ritengo questa scelta, presa in autonomia dal club, un passo indietro rispetto al percorso di valorizzazione dell’impianto in corso da anni. E’ un intervento ordinario e non è necessaria l’approvazione del Comune che è proprietario dello stadio.Citiamo la bellezza di questo luogo, il fascino di godersi una partita dagli spalti e poi mettiamo una rete? Se il problema è la restituzione dei palloni, si faccia una campagna informativa, ma non ritengo che questo sia un tema dirimente, anche sotto il profilo dei conti. Con il Manuzzi senza barriere non si sono mai verificati problemi di ordine pubblico. Semplicemente, un salotto non ha reti intorno".
Luca Ravaglia
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