Squadra fragile, frastagliata. Limiti non solo tecnici

Misero e incapace di tenere botta, eccolo il Cesena poverello, anche se generoso, che con la Fermana ha scialato la ghiotta occasione di mettersi tranquillo in classifica. L’ha avuta grossa, anche se non avrebbe meritato i tre punti. Ma segnato il rapinoso vantaggio con il solito Bortolussi, dopo un’ora di nullità, non si poteva quasi subito finire rintanati nella buca. Così nel finale, dopo che da diversi minuti la palla non usciva dalle sofferenze di casa, ecco la la prodezza marchigiana. Per una decina di minuti il Cesena aveva illuso d’essersi svegliato, sfiorando anche il raddoppio. Poi certi limiti hanno condannato al pari.

Per un’ora i romagnoli erano rimasti ingarbugliati in un inedito 4-3-1-2 inadeguato, Ardizzone e Koffi fuori ruolo, a sinistra praterie mai consumate neanche col pensiero. Un Cesena comunque già nella primo tempo frastagliato, senza coordinate, manovra boccheggiante. E lì ha prodotto robetta a parte una chance dove il solito Bortolussi ha voluto essere altruista, peccando.

Viali e il suo staff hanno sì rispolverato un Maddaloni tonico ma il modulo iniziale è apparso fuori luogo, senza interpreti adatti. Sia chiaro, non è questo il nocciolo del problema però non ha aiutato. Poi si è tornati al 4-3-3, la squadra si è un po’aggiustata, illusa, ma per poco. Infatti è fragile, non tiene e quando si fa chiudere cade. Anche se questa volta ha capitolato per una prodezza ma stava ansimando da un po’. La fragilità è diffusa, nella testa, nella personalità e nei reparti; al momento si vale dalla metà classifica in giù. Quindi fare attenzione.

Luca Serafini