Squadra timorosa, ora dovrà cambiare però registro

In fondo mica è vietato o spiacevole essere una formichina, soprattutto se in inverno ti eri portato avanti con i lavori. E’ invece preoccupante essere una formichina e pensare che tra non molto si verrà gettati in una gabbia di leoni, dove la paura, beh, dovrà solo rimanere fuori. Da Siena la formichina, pardon il Cesena, torna a casa con missione compiuta: terzo posto doveva essere e terzo posto - meritato, meritatissimo per la storia di questa stagione -, è stato. Però quando si gioca con il timore che si taglia a fette da quanto è ‘corposo’, quando la palla non sembra di cuoio ma di cemento armato, perché si muove troppo lentamente, quando la porta sembra piccina piccina, oltre che lontana lontana, vuol dire che il cuore l’anima non incarnano il Cesena, il vero Cesena. Attanagliato, in una morsa d’ansia, ultimamente dallo stillicidio continuo della lotta per il terzo posto. Tensione confermata e poi sgretolata via dall’esultanza finale – giusta, ma forse pure un pelino esagerata per un terzo posto – del tecnico Viali. E da lì per forza si dovrà ripartire, perché ai playoff, per fare strada, servirà assolutamente un Cesena leggero e spensierato. Che al Manuzzi continui ad imporre la sua legge e che in trasferta torni a giocare divertendosi, torni ad avere quel coraggio che da gennaio in avanti è rimasto sigillato troppo spesso in tasca. Servirà il ruggito, quello del leone che ha fame e che guarda tutti senza mai abbassare lo sguardo.

Gianluca Mariotti