Tigers, c’è poco da dire Bisogna solo vincere

Questa sera alle 20.30 al Carisport gara2 della serie playout contro i rivali di Montegranaro. Dopo la sconfitta in gara1 le Tigri non hanno alternative

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C’è poco da dire e molto da fare. In effetti riuscirci non sarebbe neanche difficile, a patto di avere per le mani una squadra di pallacanestro fatta di atleti con la pelle dura e la mente sgombra, pronti ad andare in campo a divertirsi e – soprattutto – a vincere le partite. Purtroppo però gli attuali Tigers Cesena sono tutto il contrario: un gruppo senz’anima e senza carattere, che si spegne ogni volta che la palla, ben prima di diventare bollente, raggiunge la normale temperatura. E’ così che si spiega l’ennesimo ko rimediato, l’ottavo di fila, che ha regalato a Montegranaro il vantaggio del campo e della serie nei playout che mettono in palio la permanenza in serie B. Questa sera alle 20.30 al Carisport ci sarà gara due della serie al meglio delle cinque e per evitare un’altra scivolata davanti a un avversario che aveva vinto tre partite in tutta la regular season, le Tigri dovranno ricordarsi come si gioca a questo sport.

Guardare i numeri della prima partita è impietoso: i romagnoli hanno tirato col 37% da 2, col 30% da 3 e col 60% ai liberi. Il punto è che Montegranaro ha fatto altrettanto non per chissà quale ragione, ma perché è questo che la squadra gialloblù è riuscita a mettere sul parquet durante tutto il torneo. Montegranaro si può battere e si può battere anche commettendo degli errori. Alcuni, non una valanga. Come? E’ basket, signori, dalle due parti del campo ci sono altrettanti canestri sotto i quali deve giocare gente che non abbassa mai i gomiti e che mette soggezione a chiunque passi da quelle parti. Aspettando di capire se Nwokoye ha ancora voglia di essere protagonista, il giovane Ndour deve prendere fiducia: è alto 207, gli appoggi al tabellone vanno bene al circolo filatelico, schiacci in testa a qualcuno, accidenti. Anumba era entrato col piede sbagliato, ma nel terzo quarto ha dimostrato di poter decidere non una partita, ma l’intera serie: ha mezzi e talento da A2, non per guardare negli occhi la C. E Mascherpa faccia il capitano: rimedi all’erroraccio costato il ko in gara uno. Bugatti ha avuto un giro a vuoto, deve ritrovarsi. Lo stesso vale per Brighi: i tiri da tre coi piedi per terra devono entrare. Unici promossi sono Gallizzi e Moretti più che convincenti. Continuino e si portino dietro gli altri. Il cerchio lo chiude coach Patrizio. Ha esperienza e ha firmato con Cesena non per l’ingaggio ma per amore di questo sport. Deve girare la chiave giusta, pescata in un mazzo grande come quello della portineria di un palazzo ministeriale. Serve fortuna? No, serve non aver paura di sbagliare.

Luca Ravaglia