Un mercato importante, ci sono le premesse per essere protagonisti

L’entusiasmo è crescente. La passione, che da queste parti non è mai mancata, sembra avere ancora più forza. Però ci sono delle perplessità: strane, atipiche, quasi mai provate, ma esistenti. Infatti il Cesena, che inizia domani la sua avventura nel campionato di serie C, da quanto fatto vedere in precampionato, sembra quasi troppo bello per essere vero. Già, e proprio qui sta il punto: ma sarà poi reale tutta la bellezza di questa squadra che, seppur quasi completamente nuova, si muove in sincrono, ha gli uomini giusti nei posti giusti, è molto competitiva ed è guidata da un allenatore che sa il fatto suo? Più che mancanza di fiducia, l’atteggiamento di abbagliante sorpresa da parte di molti incarna la sensazione tipica di chi vuole aspettare altre prove, prima di sbilanciarsi perché, avendolo già fatto tante volte in passato, il rischio è di scottarsi e di rimanere doppiamente delusi.

Ma diciamolo chiaramente: questo Cesena, almeno sulla carta, sembra forte, veramente forte. Il tecnico è un vincente che sa quello che vuole e soprattutto sa dove mettere le mani; i giocatori sono di primo livello, tanti, esperti, motivati e - almeno da quanto si è visto finora - tutti sulla stessa riga; e soprattutto la società è compatta ed un blocco unico fra presidenti, direttore sportivo, allenatore e responsabile dell’area tecnica.

Insomma le premesse per fare bene e per puntare in alto ci sono tutte. Poi però, si sa, che la differenza fra mettere insieme una squadra di alto livello, darle un’anima e poi magari vincere, non è di poco conto: ci sono rivali importanti come Reggiana, Entella, ma anche Ancona, Gubbio e Siena; c’è un gruppo con ben 16 giocatori nuovi che va assemblato trovando la giusta alchimia con i normali tempi che questo percorso comporta; e poi ci sono gli imprevisti (che di solito presto o tardi compaiono) sotto forma di infortuni, squalifiche, problemi di vario genere (speriamo non più Covid) che spesso condizionano i cammini di molte squadre. Ed è in questi momenti che il gruppo, se è sano e costruito basandosi non solo sulle qualità tecniche dei singoli ma anche su indispensabili doti caratteriali e personali, dovrà dimostrare di essere vero, unito e compatto, come le cinque dita di una mano che unendosi acquistano più forza. La differenza è tutta qui. Però tutte le premesse per fare bene, ed anche molto bene, ci sono.

Stefano Benzoni