Barca lussuosa avvolta dal fumo

Principio d’incendio in un cantiere a causa di un corto circuito. Danni per alcune centinaia di migliaia di euro

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Né una generica imprudenza né, tanto meno, un mirato blitz doloso. Ci sarebbe piuttosto una sfortunata fatalità alla base delle lingue di fuoco e, soprattutto, delle estese volute di fumo che hanno danneggiato gravemente una lussuosa imbarcazione a vela battente bandiera britannica, "parcheggiata" da alcuni mesi nell’area recintata del cantiere navale Cys, all’interno del porto. E’ successo l’altra notte. I vigili del fuoco sono stati allertati venti minuti dopo la mezzanotte dal 112, che aveva ricevuto l’allarme da qualcuno che passeggiava nel porto. Sul posto si sono concentrati una dozzina di pompieri, accorsi da Civitanova e Macerata, e 4 automezzi. Dalla barca usciva fumo che, per fortuna, non ha intaccato gli altri natanti. Si fosse sviluppato un rogo importante anziché un semplice principio d’incendio, poteva scaturirne una carneficina di natanti. Entrati a bordo con gli autorespiratori, in quel muro di "nebbia" i vigili del fuoco hanno dovuto faticare un bel po’ per risalire fino alla sorgente del fumo, individuata infine in un locale adibito allo svago. Per le verifiche tecniche di loro competenza, e per mettere in sicurezza l’area, si sono trattenuti lì fino alle 5. Di sicuro non c’è lo zampino di un piromane in questa storia: nessuna manomissione del recinto del cantiere e nessuna effrazione a bordo. E’ possibile che a scatenare tutto sia stato un guasto di natura elettrica, anche se erano spente quasi tutte le potenziali fonti di energia. Fino al tardo pomeriggio (l’ultimo controllo a bordo risalirebbe alle 19 di giovedì) era tutto okay. Il principio d’incendio deve essersi sviluppato dopo, in un momento imprecisato ma non proprio a ridosso della mezzanotte. L’elevato calore e il fumo hanno danneggiato e in parte deformato tutti i locali e le cabine del veliero, che è lungo 24 metri e ha il guscio in fibra di carbonio. Gli interni sono invece lignei. Ci vorranno approssimativamente alcune centinaia di migliaia di euro per sanare le "ferite" della barca, che appartiene a una società ma è utilizzata da un gestore italo-americano, e ripristinare il precedente status quo. C’è da rimetter mano alle pareti, agli arredi, alle attrezzature. Questo "gioiellino" avrebbe dovuto riprendere la via del mare tra una decina di giorni. L’inchiesta sull’incidente è curata dai vigili del fuoco di Civitanova che, esauriti i primi accertamenti tecnici, hanno acquisito alcune testimonianze a partire da quelle del comandante dell’imbarcazione e dei titolari del cantiere. Nottetempo erano presenti anche i militari della Guardia costiera. Nella sua comunicazione il comandante del porto Ylenia Ritucci sottolinea la tempestività dell’intervento dei vigili del fuoco e rilancia l’ipotesi del corto circuito.

Mario Pacetti