Caro gasolio, continua lo sciopero dei pescatori radunati in città

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di Mario Pacetti

Le più irriducibili tra le marinerie tengono duro e così, da noi come in altri compartimenti, è fin d’ora certo che i pescherecci non torneranno in mare neppure nel prosieguo della settimana corrente. Se ne riparlerà lunedì, eventualmente. Per fare il punto della situazione, oggi si concentreranno a Civitanova gli emissari di svariate flotte adriatiche: marchigiane, abruzzesi, molisane e pugliesi. Non sarà un’adunata oceanica, ma una sorta di affollato summit, con due o tre rappresentanti per ciascuna marineria. Si incontreranno nella sala adunanze del mercato ittico e, dopo avere analizzato il percorso avviato due settimane fa, quando cominciò la serrata, decideranno il da farsi per i giorni a seguire. È stata scelta Civitanova come sede dell’assemblea per due motivi: per la centralità geografica e in segno di riguardo per Francesco Caldaroni, per la leadership esercitata in queste settimane e la sua capacità di tenere unita una marineria, quella nostrana, dove s’erano manifestate differenti "sensibilità" circa l’opportunità, o meno, di tornare al lavoro nei giorni scorsi dopo lo scoraggiante esito della manifestazione di protesta a Roma. I pescherecci civitanovesi sono sempre rimasti a terra al pari di tutti quelli del basso Adriatico. Da Ancona e San Benedetto, invece, hanno salpato lunedì, salvo rinunciare nei giorni successivi anche e soprattutto per l’incisivo pressing notturno dei colleghi, che avevano scelto di non interrompere la serrata. In questi giorni l’alto Adriatico e il mar Tirreno sono stati molto più trafficati, con tante marinerie uscite in mare. Nel frattempo s’è fermata pure la Sicilia, sempre attiva nelle settimane precedenti. Solo a Mazara pescano ancora. La prospettiva non è allegra, per via del prezzo del gasolio, salito gradualmente a 1,20 euro al litro (e oltre) e dell’assordante silenzio da parte delle istituzioni deputate a sollevare in qualche modo le sorti della categoria. Il rincaro del carburante non incide invece sulle dinamiche dei vongolari e poi dei cozzari che, meno penalizzati dei pescatori per i bassi consumi, lavorano sempre a scartamento normale.