La Finanza scova i furbetti del reddito di cittadinanza

Famiglia di giostrai e parrucchiera nel mirino: denunce e segnalazioni all’Inps. Da maggio del 2020 avrebbero percepito 25mila euro senza avere i requisiti

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di Paola Pagnanelli

Oltre 25mila euro sarebbero finiti nelle tasche di una famiglia di giostrai e di una parrucchiera, che senza alcun motivo avrebbero ottenuto il reddito di cittadinanza. A scoprirli sono stati i finanzieri della compagnia di Civitanova. Per avere il beneficio servono una serie di requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddito e patrimonio, nonché ulteriori presupposti di compatibilità, ovvero non essere sottoposti alle misure cautelari personali e non essere stati condannati nei dieci anni precedenti per alcuni reati gravi. Queste condizioni devono esserci tutte e sempre, finché si percepisce il reddito di cittadinanza. Invece, con il coordinamento della Procura di Macerata e in sinergia con la direzione provinciale dell’Inps, la Finanza ha scoperto che alcuni soggetti non avevano questi requisiti. Si tratta, in particolare, di una parrucchiera che si era dichiarata disoccupata, e che ha percepito illecitamente oltre settemila euro, e tre persone facenti parte di uno stesso nucleo familiare di giostrai (moglie, fratello e sorella del capofamiglia). Nello specifico, questi tre parenti, nonostante due diverse revoche disposte dall’Inps, erano riusciti a prendere ininterrottamente dal maggio del 2020 oltre 18mila euro di reddito di cittadinanza. Ogni volta che il beneficio era revocato, ripresentavano l’istanza e lo riprendevano, prima il fratello, poi la moglie e infine la sorella, senza indicare la posizione lavorativa di uno dei familiari e la presenza di più persone all’interno dello stesso nucleo. Inoltre, avrebbero dichiarato la residenza in un indirizzo di comodo utilizzato dal Comune per le persone che non ne hanno, invece dell’effettiva dimora, per non fare capire che si trattava dello stesso nucleo familiare. Oltre alla denuncia alla Procura, è scattata anche la segnalazione alla direzione provinciale dell’Inps per l’interruzione dell’erogazione del sussidio e il recupero, peraltro già in fase di esecuzione, delle somme percepite. L’indebito accesso a prestazioni assistenziali genera iniquità e mina la coesione sociale. I risultati ottenuti testimoniano la costante attenzione della Guardia di finanza al corretto utilizzo delle risorse pubbliche, anche al fine di evitare, come in questo caso, che i benefici assistenziali siano erogati a soggetti senza requisiti, invece che a chi ne ha davvero bisogno. Perciò, continuerà a essere mantenuta alta l’attenzione operativa del comando provinciale nel delicato settore della spesa pubblica, riservando quindi il dispiegamento di adeguate forze per l’esecuzione di ulteriori controlli su soggetti percettori del reddito di cittadinanza, individuati attraverso la esecuzione di puntuali analisi di rischio, fondate su mirate e qualificate attività dell’intelligence.