"Mercatone Uno, acquirenti in attesa di risposte"

Il sindaco Ciarapica: a rischio la licenza per grandi superfici di vendita. Interessati un gruppo cinese e uno italiano che opera nel settore dei mobili

Si torna a parlare del Mercatone Uno in città ma solo per le preoccupazioni sul futuro dell’ex grande struttura di vendita (6.500 metri quadrati di superficie), chiusa nel 2019. Da allora la materia è in mano ai commissari straordinari nominati dal Ministero dello Sviluppo economico per la messa in liquidazione, ma novità non ce ne sono, dopo tre anni non ci sono risposte. Un silenzio preoccupante soprattutto perché il 23 novembre scorso sono stati definitivamente licenziati i dipendenti, che fino a tale data hanno potuto godere dei benefici della cassa integrazione: da fine novembre, invece, essi saranno ammessi i benefici previsti dalla Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi), che in sostanza può diventare l’anticamera della disoccupazione. Entro l’anno, poi, scadrà il mandato conferito dal Ministero dello Sviluppo economico ai commissari liquidatori, per cui, in caso di mancata risoluzione del caso, si rischia anche la sospensione definitiva della "licenza per grandi superfici di vendita".

Una preoccupazione che si moltiplica, dicevamo, di fronte al silenzio che avvolge la materia, nonostante le varie sollecitazioni e l’esistenza di premesse per un pronunciamento positivo: per l’acquisizione della gestione, infatti, non mancano manifestazioni di interesse. Sono due le società che hanno fatto la richiesta, ma da tempo aspettano vanamente una risposta che non viene dai liquidatori nominati dal Ministero. A dare disponibilità sono una società cinese, che utilizzerebbe la struttura per finalità commerciali non specificate, e una società italiana, la Grande Arredo, con diversi punti vendita diffusi in varie regioni. Quest’ultima, tra l’altro, avrebbe dichiarato il suo impegno a riassumere buona parte del vecchio personale. Sotto accusa, è proprio questo silenzio immotivato, come denuncia anche il sindaco Ciarapica, che ieri ha preso contatti con la Regione per un consulto sulla materia. Richiesto di un parere, il sindaco è stato categorico: "I commissari – dice – diano una risposta. È incomprensibile come si possa tacere su una vicenda così importante, pregiudicando la ripresa di un’attività di ampie dimensioni in un periodo in cui bisogna avere molta attenzione per il lavoro. Non si può mettere a rischio una licenza per grandi superfici di vendita, che una volta scaduta impedirebbe la traslazione a nuovi acquirenti. È la certezza di poter attivare questa licenza – prosegue Ciarapica – la conditio sine qua non perché avvenga il suo acquisto e quindi la possibilità di attivare un nuovo esercizio e garantire nuova occupazione. Le richieste ci sono – aggiunge –, tra esse anche quella di una società italiana che opera nel settore mobili e arredo, ed allora non si può non rispondere ad una domanda che creerebbe i presupposti anche per alimentare l’indotto nel territorio. I liquidatori facciano quindi la scelta più giusta. All’acquirente, chiunque egli sia, servono prima di tutto certezze sulla possibilità di attivare la licenza per grandi superfici, ed evitare che l’investimento finisca per essere vanificato dalla sua sospensione. Da qui l’appello. Capisco che una commissione ministeriale chiamata ad occuparsi della sorte di tutto il gruppo ex Mercatone sia oberata da una gran mole di lavoro, ma qui c’è solo da scegliere fra due società interessate all’acquisizione della licenza. Mi auguro – conclude il sindaco – che la commissione prenda la sua decisione, prima che sia troppo tardi". Per la cronaca, i punti vendita dell’ex Mercatone Uno in Italia erano più di sessanta, fino ad oggi i casi risolti sarebbero circa la metà.

Giuliano Forani