Ospedale covid Civitanova Marche, i costi. 30mila euro al mese per la vigilanza

La struttura è chiusa, ma vanno pagati gli addetti alla sicurezza e all’antincendio. Quasi azzerate le spese per gli impianti

L'ospedale covid nella ex fiera di Civitanova

L'ospedale covid nella ex fiera di Civitanova

Civitanova Marche, 10 giugno 2020 - Poco più di 60mila euro già quantificati, più un’altra somma da ricontrattare che, però, dovrebbe essere minima. A tanto, per i mesi di giugno e luglio, ammontano i costi per il Covid Center di Civitanova: chiuso o, meglio, posto in stand by, dopo la dimissione dell’ultimo dei pochi pazienti che nell’arco di una decina di giorni di attività aveva ospitato. Il riferimento è a giugno e luglio, cioè fino alla fine dello stato di emergenza, poi si vedrà quale sarà il futuro della struttura.

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Per questi due mesi è previsto un costo di 28.800 euro per la vigilanza armata, mentre per la vigilanza antincendio ne serviranno altri 30.800. Sono invece in fase di ricontrattazione, proprio perché l’attività sanitaria è sospesa, i costi inerenti alla manutenzione degli impianti di condizionamento, degli impianti antincendio e degli impianti elettrici, anche se i competenti uffici dell’Area Vasta 3 di Macerata stimano che l’importo sarà modesto.

Se la struttura fosse rimasta in funzione dal 26 maggio al 31 luglio, la spesa sarebbe stata di 51mila euro. Costi zero per il noleggio del gruppo elettrogeno così come per il noleggio della cabina elettrica. Il noleggio del container rifiuti speciali costa invece 500,90 euro al mese. Nello stesso tempo sono stati sospesi il noleggio materassi antidecubito, il servizio di ristorazione, il servizio di lavanderia e quello dei rifiuti speciali. "Non abbiamo nulla da nascondere, abbiamo operato e operiamo sempre nella massima trasparenza e questi dati ne sono una prova ulteriore", sottolinea Alessandro Maccioni, direttore dell’Area Vasta 3 di Macerata. Il quale, subito dopo, aggiunge: "Se ce ne fosse bisogno, tutti i servizi attualmente in stand by possono essere riattivati in 12/24ore".

Una sottolineatura importante, perché nello spirito di chi questa struttura ha voluto, c’è l’obiettivo di non farsi cogliere impreparati nell’eventualità di una ripresa dei contagi, ma anche quello di dotare la rete sanitaria delle Marche, all’interno della quale la struttura dovrebbe essere organicamente ricompresa con la nuova programmazione, di un consistente numero di posti di terapia intensiva. Ma è tutto da capire e decidere sulla base della circolare ministeriale dello scorso 29 maggio, che stabilisce il numero dei posti letto di terapia intensiva e semintensiva previsti per le Regioni.

Secondo i critici, non c’è alcun riferimento per le Marche al numero dei 300 posti letto annunciati (sarebbero poco più di 200), comprendendo anche quelli dell’astronave, numero che compare solo nel Piano pandemico regionale del 2007. E, poi, il Covid center non risponderebbe appieno ai criteri indicati nella stessa circolare. Insomma, la struttura è ferma, ma le polemiche continuano. E non sembra che finiranno presto.

Lo conferma Ivo Costamagna, ex sindaco di Civitanova, tra i più strenui oppositori della Fiera Covid. "Quando si fallisce l’obiettivo, prima si chiude e poi si portano i libri contabili in tribunale per le verifiche di legge. Quello che invece non si può assolutamente fare è rifugiarsi nel futuro, come sta avvenendo, prefigurando teoricamente scenari che oscillano tra il fantasioso e l’apocalittico, pur di nascondere in modo maldestro il totale fallimento". Per Costamagna, uno dei firmatari dell’esposto alla Procura contro il Covid Center, siamo di fronte ad un flop completo di Ceriscioli e dei suoi sostenitori.

"Se errare è umano perseverare è diabolico", dice Costamagna, che alla luce di tale giudizio, preannuncia una conferenza che si terrà entro la settimana, dove saranno illustrate ulteriori iniziative del comitato "al fine di fare chiarezza su una vicenda in cui finora l’unica cosa chiara è che i buoni amministratori avrebbero impedito, e non favorito, lo spreco di un’enorme somma di danaro pubblico". Tra le iniziative da annunciare, la formalizzazione dell’esposto alla Corte dei Conti già predisposto. Secondo il comitato "No Covid Fiera", di cui Costamagna è stato eletto ieri presidente, "le risorse utilizzate per fare della Fiera un ospedale andavano utilizzate per ricostruire il futuro delle Marche, pensando alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni".