"Rissa e bottigliata in testa": colpevole

Otto anni dopo il parapiglia al bar Ternana un abruzzese è stato condannato a tre anni e nove mesi di reclusione: la vittima era parte civile

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di Paola Pagnanelli

Finisce con la condanna a tre anni e nove mesi di reclusione il processo a uno dei protagonisti della rissa alla Ternana che, il 25 giugno del 2014, portò il barista Mauro Raschia all’ospedale in condizioni gravissime. Ieri, a otto anni di distanza dai fatti, la sentenza è stata messa nei confronti di Daniele Saccia, di Giulianova, accusato dei reati di rissa aggravata, danneggiamenti e lesioni. Quella sera, nel locale di Civitanova si erano incontrate due comitive, da un lato gli abruzzesi, dall’altro un gruppo della provincia di Macerata. Complice anche l’alcol, le due comitive iniziarono a guardarsi male, a provocarsi e alla fine vennero tutti alle mani. Nella rissa volarono calci, pugni e anche le sedie del bar. Al lavoro quella sera c’era nel bar c’era Mauro Raschia che, di fronte alla baraonda distruttiva provò a fermare quei clienti violenti, ma nel parapiglia rimediò una bottigliata violenta alla testa da parte di uno dei contendenti. Per giorni, Raschia fu tenuto in coma farmacologico dai medici, in attesa che le sue condizioni migliorassero. Partirono subito le indagini della polizia, che alla fine arrivò ad accusare gli abruzzesi Daiele Saccia, Giorgio Gualà e Guerino Di Giorgio, poi tre residenti tra Macerata e Corridonia: l’albanese Viron Gjini, il marocchino Munir El Haiti e il moldavo Verzhyniu Sturza, questi ultimi tre residenti a Macerata a Corridonia. Mentre gli altri imputati patteggiarono un anno e mezzo di pena, Saccia, dopo aver chiesto diversi rinvii per procedere a un risarcimento del civitanovese, alla fine fu rinviato a giudizio con il rito ordinario. E ieri pomeriggio, in tribunale a Macerata, per lui si è chiuso il processo. Come chiesto dal pubblico ministero Raffaela Zuccarini, alla luce di quanto accertato con le testimonianze dei presenti e degli agenti che fecero le indagini, Saccia è stato condannato dal giudice Andrea Belli alla pena di tre anni e nove mesi di reclusione. Il giudice ha previsto anche l’interdizione da alcuni pubblici uffici per l’imputato che però, a questo punto, potrà fare appello contro la sentenza di primo grado. Il risarcimento definitivo dovrà essere stabilito con un processo in sede civile. Raschia era costituito parte civile in giudizio con l’avvocato Maurizio Vallasciani; il barista civitanovese ha dovuto attendere otto anni per arrivare a questa sentenza, e ancora non ha avuto indennizzi per le gravi lesioni riportate in quella aggressione.